Referendum Catalano. Vi diciamo ciò che non ci convince e ciò che ci convince.

Cari pellegrini, è bene che anche noi diciamo qualcosa sul referendum catalano. D’altronde il Primo Sentiero, cioè quello relativo all’apologetica, c’impone di avere un giudizio su ciò che accade, anche se fosse (come in questo caso) un giudizio che non può essere né preciso né definitivo.

Veniamo al dunque.

Cosa non ci convince

Ci sono due cose che non ci convincono.

La prima. Ciò che è accaduto fa appello al cosiddetto principio di autodeterminazione, la cui origine storica -diciamolo francamente- è tutt’altro che raccomandabile e positivo. Fu il Presidente americano Wilson ad imporlo. Principio che in quel caso serviva a legittimare la demolizione degli imperi centrali dopo la Grande Guerra. Insomma, frantumare …per demolire ciò che rimaneva della concezione imperiale universalista e tradizionale. Pertanto questo riprendere il principio di autodeterminazione dei popoli, senza un’adeguata precisazione, può essere ambiguo ed anche pericoloso.

La seconda cosa che non ci convince è la simpatia che il movimento indipendentista catalano sta avendo e ha avuto nel mondo che conta. Questo è cosa che suscita più di un sospetto. Se l’establishment mondialista non mette parola o addirittura parla bene, c’è qualcosa che fa pensare.

Cosa ci convince

Veniamo adesso a cosa ci convince.

La prima è che con questa notizia si torna a parlare di dimensione identitaria. E non è cosa da poco. In questi tempi di multiculturalismo  a go-go, di prospettiva globalista che sembra incontrovertibile, vedere anziani, giovani e famiglie intere fare sacrifici e rischiare di essere menati per testimoniare l’affezione alla propria terra non può che far piacere piacere.

La seconda cosa che ci convince è che questa notizia è in controtendenza. Si fa un gran parlare di Europa Unita, e invece ci si ritrova con la Catalogna che pretende dividersi dalla Spagna. Un’interessante eterogenesi dei fini: si voleva innaturalmente unire, si finisce con lo sfasciare anche ciò ch’era naturalmente unito.

La la terza cosa che ci convince è il sostanziale accantonamento degli interessi economici, nel senso che -a detta degli osservatori- la questione dell’indipendenza catalana si starebbe giocando senza che siano stati accuratamente valutati i risvolti economici di un’eventuale separazione, risvolti tutt’altro che positivi. Un’altra questione che è ai margini, ma è pur sempre incisiva nell’immaginario e anch’essa con risvolti economici, è quella calcistica. I tifosi del Barcellona Calcio non hanno pensato e non stanno pensando minimamente a cosa andrebbe incontro il loro club. Non ci sarebbe più la Liga, non ci sarebbe più il cosiddetto classico con gli eterni rivali del Real Madrid. Insomma, tutto si starebbe muovendo nella più pura affezione identitaria senza pensare minimamente alle conseguenze sul portafogli.

Conclusione

Dobbiamo prima di tutto concludere che i fatti di questi giorni ci dimostrano quanto l’amore alla patria non sia un optional nell’esistere umano. È un elemento in cui l’uomo ritrova, realizza ed esprime se stesso. L’amore alla patria è ciò che aiuta a riconoscersi in un tempo e in una storia, in un luogo e in uno spazio. Ed è un amore naturalmente cristiano.

Ma, cari pellegrini, c’è ancora un’altra considerazione da fare. La soluzione non è nell’annullamento della dimensione universale a favore di particolarismi ad libitum, che non finirebbero mai, né tantomeno nel contrario: l’annullamento del particolare a favore di una pianificazione che mortificherebbe le identità. No, la soluzione è nell’armonizzare universale particolare.

Facile? Per nulla. Il problema è il tipo di “collante” che si deve usare per unire. Se il “collante” è l’economia, o una vaga cultura relativista, l’unione fallisce. Un tale “collante” sarebbe meno affidale dell’acqua e farina. Ma se il “collante” è il senso del’eterno, è la dimensione valoriale, è l’immutabilità della legge natura e di quella divina, allora le cose cambiano. Cari pellegrini, ciò che è avvenuto nel medioevo cristiano può essere a riguardo un’importante lezione.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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