Se credi che Gesù abbia rimproverato Tommaso perché questi pretendeva una fede fatta di prove, ti sbagli… e ti diciamo perché.

da Corrado Gnerre, Qual è la vera fede cattolica?, Fede & Cultura, Verona 2012, p.21

Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse:‘Pace a voi!’. Poi disse a Tommaso: ‘Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo, ma credente!’ Rispose Tommaso: ‘Mio Signore e mio Dio!. Gesù gli disse: ‘Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!’ “ (Giovanni 20,26-29).

L’apostolo Tommaso dubita della parola degli amici. Questo episodio viene solitamente utilizzato, nella catechesi moderna, per affermare che la vera fede sia quella che prescinda totalmente dai segni, cioè dal vedere e constatare. In realtà questa traduzione non è fondata. Il noto biblista Ignace de la Potterie (1914-2003) afferma che nell’originale greco il verbo è all’aoristo (pisteusantes) e che anche nella versione latina era messo al passato (crediderunt). Per cui la frase deve essere così tradotta: “Beati coloro che senza aver visto (senza aver visto me direttamente), hanno creduto.” Dunque, Gesù rimprovera Tommaso non perché vuol vedere, ma perché non si è fidato di coloro che già avevano visto.

Altro che fede che debba fare a meno del vedere e del toccare!

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