Guardando una rosa

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Rubrica a cura di Corrado Gnerre


La posizione dello sguardo, il privilegio dell’osservazione, il partire dal vedere e dal constatare è non solo la posizione più ragionevole, ma anche quella più intelligente. La parola “intelligenza” viene dal latino “intus-legit” che significa “leggere dentro”. L’intelligenza, pertanto, implica non una conoscenza superficiale ma una conoscenza dentro la realtà. Appunto: la realtà! L’intelligenza ha bisogno della realtà, non ne può fare a meno. Se la realtà non esistesse, non ci sarebbe modo di poter esercitare l’intelligenza, non ci sarebbe modo di essere intelligenti. Ed è la realtà che ci rimanda alla bellezza della Verità Cattolica … perché tutto è cattolico, perché tutto è di Dio!’


Cogliere una rosa non è  facile. Bisogna stare attenti: lo stelo è pieno di spine.

Eppure la bellezza di una rosa attrae, non per nulla viene definita la “regina dei fiori”.

C’è dunque un contrasto tra l’assaporamento di questo stupendo fiore (che viene facile attraverso lo sguardo e anche attraverso l’odorato) e la difficoltà di possederlo, di prenderlo con sé, a causa delle spine.

Ciò simbolo della vera méta che si pone dinanzi ad ogni uomo.

Dio, che è la vera méta, è così. La sua bellezza riempie lo “sguardo” della mente e del cuore, ma per possederLo, per vivere eternamente con Lui, occorre il dolore del Calvario e della Croce.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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