APOLOGETICA OSSERVANDO …un anziano che ricorda

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


La posizione dello sguardo, il privilegio dell’osservazione, il partire dal vedere e dal constatare è non solo la posizione più ragionevole, ma anche quella più intelligente. La parola “intelligenza” viene dal latino “intus-legit” che significa “leggere dentro”. L’intelligenza, pertanto, implica non una conoscenza superficiale ma una conoscenza dentro la realtà. Appunto: la realtà! L’intelligenza ha bisogno della realtà, non ne può fare a meno. Se la realtà non esistesse, non ci sarebbe modo di poter esercitare l’intelligenza, non ci sarebbe modo di essere intelligenti. Ed è la realtà che ci rimanda alla bellezza della Verità Cattolica … perché tutto è cattolico, perché tutto è di Dio!’


Ascoltare i ricordi di un anziano è ascoltare una memoria. E’ la storia che in un certo modo si ri-attualizza.

Fin qui siamo sullo scontato e forse anche sul retorico.

Ma c’è qualcosa che non si dice sul mistero di un anziano che ricorda. E’ ciò che prova chi racconta. Egli parla di ciò che ha vissuto; e pensa che i suoi fatti e i suoi ricordi possano -anzi, debbano- interessare tutti.

Perché accade questo ad un anziano?

Perché egli vive in un dopo che nostalgicamente anela al passato. Ciò che egli ha vissuto deve interessare tutti in quanto vissuto, desiderato e trascorso; e non può essere perso.

Un anziano che ricorda è la continuità del tempo.

E’ il vero che non passa.

E’ la sconfitta della dissoluzione.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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