SOSTA: Perché il Signore, parlando a santa Caterina da Siena, si paragona ad un albero con delle spine?

Dice il Signore a santa Caterina da Siena (da “Il dialogo della Divina Provvidenza”, Capitolo 44)


Il demonio invita gli uomini all’acqua morta, cioè, a quella che egli ha per sé, accecandoli con le delizie e gli agi del mondo. Li piglia con l’amo del piacere, sotto colore di bene, non potendo prenderli in altro modo; perché essi non si lascerebbero prendere, se non vi trovassero qualche bene o diletto, dato che l’anima di sua natura appetisce sempre il bene. E’ vero che l’anima, accecata dall’amor proprio, non conosce né discerne quale sia il vero bene che possa dare utilità a se stessa e al corpo. Poiché il demonio, da quell’iniquo che è, vedendo l’uomo accecato dall’amor proprio sensibile, gli propone diversi e vari peccati sotto colore di utilità o di bene, e a ciascuno li presenta secondo il suo stato e secondo quei vizi principali, ai quali lo vede più disposto. Altro presenta al secolare, altro al religioso; altro ai prelati, altro ai signori; a ciascuno sempre secondo il suo stato particolare. Ti dico questo, perché ora voglio parlarti di quelli che si annegano giù per il fiume; essi non hanno altro rispetto che a se stessi, amandosi fino ad offendermi. (…). Pare loro che a seguire me, cioè a tenere la vita del Verbo, Figlio mio, sia gran fatica; e perciò si ritraggono, temendo le spine. Questo avviene perché sono accecati e non vedono né conoscono la verità.  (…). Tu sai che allor ti mostrai me stesso sotto figura di un albero, del quale non vedevi né principio né fine, ma scorgevi che la radice era unita alla terra; era l’immagine della natura divina, unita con la terra della vostra umanità. Ai piedi dell’albero, se ben ricordi, vi erano delle spine delle quali si allontanavano tutti coloro che amavano la propria sensualità e correvano ad un monte di loglio, nel quale ti raffigurai tutti i piaceri del mondo.


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