Un fedele di Varese risponde al Vicario Episcopale della sua diocesi utilizzando argomenti che proprio un Pastore dovrebbe utilizzare

BLITZ BUSTO ARSIZIO MONS. FRANCO AGNESI

Riportiamo dal blog di Marco Tosatti, marcotosatti.com:

(…) l’esempio di Reggio Emilia comincia a fare scuola. Infatti per il 17 giugno è prevista a Varese, sempre in occasione di un Gay Pride, un’analoga seduta di preghiera. (È stato creato per l’occasione un gruppo Facebook, qui https://www.facebook.com/groups/440373799651654/).

La proposta è quella della recita di un rosario pubblico di riparazione. Il luogo richiesto è il sagrato della Basilica di San Vittore.

Pubblichiamo qui di seguito due lettere: la risposta del vicario di zona al laico organizzatore, e la replica.

“Sempre sia lodato!

Caro Alberto Speroni,

comprendo la Sua contrarietà a certe manifestazioni pubbliche (che vanno chiamate con il nome che hanno), ma ritengo inopportuno che il Santo Rosario sia usato come strumento di polemica culturale e politica. Fatto in questo modo si avrebbe l’effetto di dare ancora più pubblicità all’evento.

Preghiamo, certamente, e anche riflettiamo sul modo più vero ed efficacie di testimoniare e condividere con tutti l’umanesimo cristiano, i valori di convivenza civile e lo stile di comunicazione delle proprie idee.

La Chiesa del decanato di Varese ha proposto nei mesi scorsi molte occasioni di riflessione culturale, morale e educativa sui temi evocati dalla manifestazione.

La ringrazio e la saluto cordialmente

+ Franco Agnesi

Vicario Episcopale Zona Seconda”.

Ed ecco la risposta:

“Eccellenza Reverendissima,

voglio anzitutto ringraziarLa per la Sua pronta risposta e per la Sua comprensione verso i nostri sentimenti di contrarietà. Apprezzo anche come Lei voglia che “certe manifestazioni” vengano chiamate con il loro nome, ovvero la pretesa di un “diritto” alla sodomia.

Tuttavia, in piena coscienza, non possiamo dar seguito al suo invito per le ragioni che provo a riassumere di seguito.

1) Non è minimamente mia intenzione “usare il Santo Rosario come strumento di polemica culturale e politica”. Intendo semplicemente usarlo per quello che è, ovvero un potente strumento di preghiera e di riparazione. Non avendo la capacità o la possibilità di fare altro (ma chi può lo faccia, ovviamente!), penso che sia un’arma alla portata di tutti, sempre utile alla mia e all’altrui edificazione. Essa è utile a dare un pubblico richiamo alla Verità. Accetto tuttavia suggerimenti per altre forme di riparazione e di pubblico richiamo a Dio e alla Sua legge, tramite Sua Madre, per un auspicato e urgente ritorno di questa società allo sbando alla legge di Dio o, almeno, alla semplice legge naturale.

2) Credo che l’atto di riparazione a uno dei peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio debba necessariamente essere pubblico. Una bestemmia pubblica al Creatore, in quanto insulto all’ordine naturale da Lui stabilito, merita necessariamente una riparazione pubblica. Qualcuno disse “Quello che io vi dico nel buio, voi ripetetelo alla luce del giorno; quello che ascoltate sottovoce, gridatelo dai tetti”. Se non ad altro, questo servirebbe almeno a stimolare gli uomini di buona volontà perché non accettino passivamente la conquista dei cuori da parte del Male.

3) Il Suo “ritenere inopportuno che il Santo Rosario sia usato come strumento di polemica culturale e politica” mi sembra anche un processo alle intenzioni e un giudizio preventivo. E’ forse sbagliato opporsi ad una cultura mortifera, come tutte le menzogne, innalzando al cielo un grido che tutti possano udire? Credo sia un gesto missionario richiamare pubblicamente le persone ad una Presenza con la quale devono e dovranno prima o poi fare i conti tutti quanti! Cosa dovremmo fare? Abbassare anche i campanili? Silenziare le campane? Adombrare o togliere i crocifissi? Tutti questi segni indicano una Presenza che sta diventando sempre più scomoda allo spirito del mondo e al suo “Principe”. La nostra preghiera vuole essere un altro (piccolissimo) segno per indicare quella Presenza e l’ineluttabilità del Suo Giudizio. Io voglio essere pronto a rispondere a Quel giudizio, non a quello del mondo.

4) Il Principe di questo Mondo fa “fumo” (“fumo di Satana dentro le mura della Chiesa stessa“!) per mezzo di una “antilingua” e del “politicamente corretto”. Nella confusione, anche semantica, è più facile che un cattolico si perda. Tutto questo non fa parte del mio DNA, e penso sia anche dovere di un pastore provare a dissipare questo fumo per guidare il suo gregge. “Si, Si e No, No” diceva sempre quel Qualcuno di prima.

5) C’è un esplicito invito nel Vangelo a diventare, oltre che puri come colombe, scaltri come i figli di questo mondo. Chiediamoci perché i “figli di questo mondo” scelgono sempre più una visibilità che solo pochi anni fa era impensabile da ottenere. A forza di mettersi sulla difensiva, chi si avvantaggia è solo e sempre lui: il Principe di questo Mondo che se ne frega di non mostrarsi e di agire correttamente. Anzi, più si manifesta gridando e ostentando, e più danna le anime che, confuse e senza una precisa guida e una reazione pubblica che le risvegli dal torpore del quieto vivere, cadono come mosche nelle sue braccia di morte. Purtroppo noi cattolici facciamo come i gamberi che si ritirano sempre più verso l’orlo dell’abisso! Se continuassimo a seguire consigli come il Suo, a breve non si potrà più uscir di casa. E già oggi non siamo più in condizione di dare un insegnamento non dico cattolico ma per lo meno umano ai nostri figli. Riescono a mandare in TV personaggi come il Sig. Barilla a scusarsi (!?) per aver difeso la famiglia naturale. Riescono a far saltare incontri e conferenze già programmati da tempo perché non ne condividono i contenuti, alla faccia della libertà di espressione. La dittatura omosessualista ormai dilaga! A cosa servono richiami alla prudenza e alla non visibilità del Bene? A guadagnare giorni? Mesi? Forse anni di finta libertà? Andando avanti così, invece, si perderà tutto, compresa la Fede, come temeva già Nostro Signore! Concludo: una benedizione non la si nega a nessuno… ai figli soprattutto! L’attendiamo fiduciosi sul sagrato della Basilica di San Vittore il 17 giugno, ore 15.00.Invoco sin d’ora le Sue preghiere, Alberto”.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

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7 Comments on "Un fedele di Varese risponde al Vicario Episcopale della sua diocesi utilizzando argomenti che proprio un Pastore dovrebbe utilizzare"

  1. Antonino Puntillo | 5 Giugno 2017 at 21:19 | Rispondi

    Il santo rosario è una preghiera potentissima contro il male. È necessario recitare tutti e quattro i misteri. Con la recita del rosario è stata sconfitta la flotta turca a Lepanto .Lo ha stabilito Dio e all’ingannatore ha detto “Ipsa conturet caput tuum “Essa ti stritolera’la testa.

  2. Rita Giuliani | 6 Giugno 2017 at 18:39 | Rispondi

    Bravo Alberto!

  3. bravo alberto sei un grande

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