Perché è giusto dire che la liturgia è la “gioia di Dio”?

1.Nel suo La santa liturgia, dom Gerard Calvet (1907-2008) riporta questo episodio:

Un giorno Carlo Magno domandò ad Alcuino, suo ministro e consigliere: ‘Che cos’è la liturgia?’. Alcuino rispose come se fosse stata la domanda più semplice: ‘La liturgia è la gioia di Dio!’.

2.Infatti è così: la liturgia è la “gioia” di Dio, perché è con essa che il Signore viene pienamente glorificato. Per cui possiamo dire che non c’è modo di rendere Dio “più felice” che glorificarlo con la liturgia. Certo, quando si dice “più felice” o si parla di “gioia” non lo si fa riferimento alla natura ontologica di Dio, perché Egli è sempre pienamente felice e ha una gioia assoluta, bensì in senso analogico e figurato.

3.Poi dom Calvet aggiunge:

Questa gioia, che sia un’eco o che sia un’anticipazione del soggiorno beato, si esprime liricamente, soprattutto attraverso il canto, la luce, i paramenti bianchi, la processione.

4.Da qui -aggiungiamo noi- l’obbligo di rendere la liturgia bella e piena di splendore. Una liturgia sciatta, fatta tanto per farla, in cui non ci sforza di essere attenti anche ai particolari, non può rispondere alla convinzione che la “liturgia è la gioia di Dio“.


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