MESSA DEL GIORNO (con meditazione) – San Tommaso, Apostolo (I secolo)

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Il santo

Il nome “Tommaso”, in aramaico, significa “gemello”. Ci sono ignoti luogo di nascita e mestiere di san Tommaso Apostolo. Il Vangelo di Giovanni, al capitolo 11, ci fa sentire subito la sua voce, non proprio entusiasta. Gesù ha lasciato la Giudea, diventata pericolosa: ma all’improvviso decide di ritornarci, andando a Betania, dove è morto il suo amico Lazzaro. I discepoli trovano che è rischioso, ma Gesù ha deciso: si va. E qui si fa sentire la voce di Tommaso, obbediente e pessimistica: “Andiamo anche noi a morire con lui”. E’ sicuro che la cosa finirà male; tuttavia non abbandona Gesù: preferisce condividere la sua disgrazia, anche brontolando. Facciamo torto a Tommaso ricordando solo il suo momento famoso di incredulità dopo la risurrezione. Lui è ben altro che un seguace tiepido. Ma credere non gli è facile, e non vuol fingere che lo sia. Dice le sue difficoltà, si mostra com’è, ci somiglia, ci aiuta. Eccolo all’ultima Cena (Giovanni 14), stavolta come interrogante un po’ disorientato. Gesù sta per andare al Getsemani e dice che va a preparare per tutti un posto nella casa del Padre, soggiungendo: “E del luogo dove io vado voi conoscete la via”. Obietta subito Tommaso, candido e confuso: “Signore, non sappiamo dove vai, e come possiamo conoscere la via?”. Scolaro un po’ duro di testa, ma sempre schietto, quando non capisce una cosa lo dice. E Gesù riassume per lui tutto l’insegnamento: “Io sono la via, la verità e la vita”. Ora arriviamo alla sua uscita più clamorosa, che gli resterà appiccicata per sempre, e troppo severamente. Giovanni, capitolo 20: Gesù è risorto; è apparso ai discepoli, tra i quali non c’era Tommaso. E lui, sentendo parlare di risurrezione “solo da loro”, esige di toccare con mano. E’ a loro che parla, non a Gesù. E Gesù viene, otto giorni dopo, lo invita a “controllare”… Ed ecco che Tommaso, il pignolo, vola fulmineo ed entusiasta alla conclusione, chiamando Gesù: “Mio Signore e mio Dio!”, come nessuno finora aveva mai fatto. E quasi gli suggerisce quella promessa per tutti, in tutti i tempi: “Beati quelli che, pur non avendo visto, crederanno”. Tommaso è ancora citato da Giovanni al capitolo 21 durante l’apparizione di Gesù al lago di Tiberiade. Gli Atti (capitolo 1) lo nominano dopo l’Ascensione. Poi più nulla: ignoriamo quando e dove sia morto. Alcuni testi attribuiti a lui (anche un “Vangelo”) non sono ritenuti attendibili. A metà del VI secolo, il mercante egiziano Cosma Indicopleuste scrive di aver trovato nell’India meridionale gruppi inaspettati di cristiani; e di aver saputo che il Vangelo fu portato ai loro avi da Tommaso apostolo. Sono i “Tommaso-cristiani”, comunità sempre vive nel XX secolo, ma di differenti appartenenze: al cattolicesimo, a Chiese protestanti e a riti cristiano-orientali. (da santiebeati.it)


Introito

(Salmo 138,17)

I tuoi amici, o Dio, sono sommamente onorati; veramente forte è diventato il loro principato.

(Salmo 138,1-2)

Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu conosci quando siedo e quando sorgo.


Epistola

(Efesini 2, 19-22)

Fratelli: Voi dunque non siete più ospiti o estranei; ma concittadini dei santi, e membri della famiglia di Dio, edificati sopra il fondamento degli Apostoli e dei profeti, essendo lo stesso Cristo Gesù la pietra angolare, sopra di cui tutto l’edificio ben costruito s’innalza in tempio santo del Signore, sopra del quale anche voi siete insieme edificati, per divenire, mediante lo Spirito, dimora di Dio.


Graduale

(Salmo 138,17-18)

I tuoi amici, o Dio, sono sommamente onorati; veramente forte è diventato il loro principato. Se mi metto a contarli sono più numerosi dell’arena. Alleluia, alleluia.

(Salmo 32,1)

Esultate, o giusti, nel Signore, ai buoni si addice la lode. Alleluia.


Vangelo

(Giovanni 20, 24-29)

In quel tempo, uno dei dodici, Tommaso, detto Didimo, non era con i discepoli quando venne Gesù. Allora gli altri discepoli gli dissero: “Abbiamo visto il Signore.”. Ma egli rispose: “Se non vedo nelle sue mani la ferita dei chiodi, se non metto il mio dito nel posto dei chiodi e la mia mano nel suo costato, non crederò.” Otto giorni dopo, i discepoli erano di nuovo in casa, e con loro Tommaso. Entrò Gesù, a porte chiuse, e stette in mezzo a loro e disse: “la pace sia con voi.” Poi, rivolto a Tommaso: “Metti qua il tuo dito, guarda le mie mani: avvicinati con la mano e mettila nel mio costato, e non essere incredulo, ma credente.” Gli rispose Tommaso: “Signore mio e Dio mio!” E Gesù: “Tu hai creduto, Tommaso, perché hai veduto; beati coloro che non hanno visto, eppure hanno creduto.”


Meditazione

  1. San Paolo nell’Epistola dice che in Cristo si diviene non estranei, bensì cittadini del Cielo.
  2. A san Tommaso apostolo si deve il famoso episodio della voluta constatazione che Gesù fosse realmente risorto nella sua carnalità: toccò sensibilmente la piaga del Signore.
  3. Ebbene, queste due immagini (da una parte la convinzione che chi sceglie Cristo diviene cittadino del Cielo, dall’altra la possibilità che ha Tommaso di rendersi sensibilmente conto della straordinarietà della resurrezione) sono legate logicamente.
  4. Cosa vuol dire diventare cittadini del Cielo? Vuol dire non solo conquistarsi il Paradiso per l’eternità, ma anche iniziare a vivere il Cielo già qui, nella vita terrena.
  5. Capire, cioè, che naturale e soprannaturale, pur non confondendosi, sono compenetrati e non separati.
  6. Vuol dire assaporare la presenza e la vicinanza di Dio in ogni attimo della propria esistenza.
  7. Vuol dire capire che ogni attimo non si dissolve nel tempo, bensì viene scolpito nell’eternità.

Alla Regina dello Splendore

  1. Madre, Tu sei sempre stata cittadina del Cielo.
  2. Mai te ne sei allontanata con il peccato.
  3. Insieme a Te, anzi: rimanendo legato a Te, anch’io voglio vivere il Cielo già questa terra.
  4. Aiutami, Regina dello Splendore.
  5. Guidami Tu nel cammino della vita.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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