Rubrica a cura di Corrado Gnerre
Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.
L’ACQUA
“Ogni giorno cambiamo, ogni giorno moriamo, eppure ci vagheggiamo eterni.“
(San Girolamo)
I SORSI
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Cari pellegrini, ci stiamo intrattenendo con uno spettacolo di saltimbanchi. C’è ne uno divertente: una signorina vestita da clown fa danzare un cane. E’ la capacità dell’addomesticamento. L’uomo può riuscirci con gli animali.
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San Girolamo (347-420) nelle parole che fanno da acqua di questa borraccia descrive la vera condizione umana. L’uomo vive nella più completa precarietà e instabilità.
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Soffermiamoci su i primi due verbi, “cambiamo” e “moriamo“. Egli dice che tale esperienza è qualcosa che avviene addirittura nella quotidianità: ogni giorno cambiamo …ogni giorno moriamo.
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A proposito del cambiamo, con ogni probabilità san Girolamo intende i nostri pensieri, i nostri giudizi, certe nostre mentalità. Ma è indubbio che anche la biologia darebbe ragione a queste parole. Infatti, sappiamo che le nostre cellule sono in un continuo ricambio e ciò che avevamo anni fa, adesso non lo abbiamo più.
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Ma ogni giorno moriamo anche. Nel senso che siamo consapevoli che più passa il tempo, più si avvicina la morte. E che inoltre, più passa il tempo, e più il nostro corpo diventa fragile e stanco.
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Da qui un condizione che possiamo perfino definire “comica”: l’uomo, malgrado sia consapevole di tutto questo, pensa di essere eterno. Meglio: agisce e si comporta come se fosse eterno; come se su questa terra dovesse starci per sempre.
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Si tratta di pura immaginazione. San Girolamo utilizza il verbo: vagheggiamo.
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Ma -diciamolo francamente- si tratta di follia. Follia lucida, ma follia. Perché si basa sulla convinzione illogica secondo cui ciò che passa e si dissolve possa essere per sempre.
9
Ognuno di noi vive in un divenire distruttivo (il corpo invecchia con il passare degli anni) e vive come se questo divenire distruttivo non possa e non debba insegnare qualcos’altro.
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Archimede (III secolo a.C.) diceva: “Superare le proprie limitazioni è divenire signori dell’universo”. Egli intendeva l’uso di determinate forze fisiche che avrebbero permesso all’uomo di fare grandi cose, ma ci piace pensare che forse -non pensandoci- abbia utilizzato il verbo “superare” anche per un altro senso.
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L’uomo, infatti, non può annullare le sue limitazioni, ma le può superare.
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Superare vuol dire governare, non annientare.
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Il divenire distruttivo della vita non sarà l’esito finale. Il divenire distruttivo della vita è superabile, nel senso che se si avesse la capacità di andare sopra (dominare) il divenire, di emergere dal divenire, allora si capirebbe che quel divenire distruttivo della vita può essere orientato verso la gloria.
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Ma, cari pellegrini, per far questo occorre la Speranza teologale. Occorre percorrere il divenire nell’adesione a Dio. Occorre farsi “addomesticare” da Dio.
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Come il cane dell’immagine da cui siamo partiti. Lui non è fatto per danzare, eppure danza, grazie alla presenza della sua padrona che lo ha saputo addomesticare.
Al Signore Gesù
Signore, il tempo è il “luogo” in cui debbo sceglierti.
Il tempo è il “luogo” in cui debbo conformare la mia volontà alla Tua.
Per questo mi serve il tempo.
Solo per farmi “addomesticare” da Te.
Solo per questo.
Alla Regina dello Splendore
Madre, stretto a Te, arriverò davvero alla casa del Tuo Divin Figlio.
Con Te non c’è possibilità di sbagliare strada.
Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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