BORRACCIA – 24 dicembre

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

Gesù ha chiamato i suoi discepoli ‘luce del mondo’, in quanto, per mezzo loro, come attraverso raggi splendenti, ha illuminato tutta la terra con la luce della sua verità. Diffondendo la luce della verità, essi hanno tolto le tenebre dell’errore dai cuori degli uomini.
(San Cromazio di Aquilea – Omelie sul Vangelo di Matteo, 5)

I SORSI

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Cari pellegrini, iniziamo con una favola. Si tratta della famosissima “La piccola fiammiferaia” del danese Andersen. Fu scritta nel 1848. Brevemente: È la notte di Capodanno. La Piccola Fiammiferaia è in strada, al freddo, a tentare di vendere fiammiferi. Non ne ha venduto neppure uno e sta gelando, ma non osa tornare a casa perché teme la reazione che il patrigno avrebbe vedendola rientrare senza avere guadagnato nulla. Ella cerca disperatamente di scaldarsi e inizia ad accendere qualche fiammifero. Per ogni fiammifero acceso, compare un’immagine, che poi sparisce allorquando la fiamma si spegne. Compare prima una stufa, poi una tavola imbandita, poi un albero di Natale. Quando una stella cadente attraversa il cielo, alla Piccola Fiammiferaia torna alla memoria la nonna morta, che era solita raccontarle che ogni stella cadente è un’anima che vola in Paradiso. Accendendo un nuovo fiammifero, la bambina vede sua nonna; per prolungare quella visione, accende velocemente tutti i fiammiferi. Quando anche l’ultimo fiammifero si spegne, la Piccola Fiammiferaia sogna di essere portata in cielo dalla nonna. Il suo corpo senza vita verrà ritrovato il mattino seguente nella neve, con un sorriso in volto e un mazzetto di fiammiferi spenti in mano.

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Il tema della luce è centrale nel Cristianesimo. Il Natale è la festa della luce, perché è la venuta del mondo di Dio, che è la luce.

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Nell’Antico Testamento si racconta che Mosé, dopo aver pregato il Signore, acquisiva un volto talmente abbagliante che doveva coprirlo per non accecare chi lo guardasse.

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La luce è simbolo di Dio perché unisce due elementi che sono nell’essenza stessa di Dio: la Verità e l’Amore. La luce fa conoscere, senza di essa non si può vedere e quindi non si può conoscere; dunque, la luce è verità. Ma la luce riscalda anche, dà tepore, produce energia termica; pertanto è l’amore, che è calore.

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Nelle liturgie dove si utilizzano le candele, non è un caso che è di prassi fare in questo modo: si distribuiscono le candele tra i fedeli, uno di questi attinge da un cero e poi passa la fiamma alla candela di chi sta a fianco. Il simbolismo è chiaro: ogni cristiano deve “passare” la luce, cioè deve trasmetterla. Questa luce non è sua, l’ha ricevuta e, proprio perché l’ha ricevuta, la deve trasmettere.

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Ma oggi, cari pellegrini, quale luce passiamo?

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Siamo ancora convinti che esiste la Luce?

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Oggi è molto diffuso una sorta di “cristianesimo pagano” o -se volete- di “paganesimo cristiano”: ci si dice cristiani, ma poi si pensa e si agisce da pagani. E questo avviene quando il valore della vita naturale viene posto al di sopra di quello della vita soprannaturale.

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Ma non solo: oggi non c’è unicamente un “cristianesimo pagano” o il “paganesimo cristiano” che dir si voglia, c’è anche un “cristianesimo senza luce”, ovvero un Cristianesimo senza più la centralità di Dio, di Cristo, della sua Croce. E al posto di Dio è stato messo l’uomo.

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Tutti i discorsi che si fanno, dal vertice fino alla base della Chiesa, sono solo un preoccuparsi dell’uomo: un partire dall’uomo per arrivare all’uomo.

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E in questo -stoltamente- non si capisce che non ci potrà mai essere autentica promozione umana senza Dio. I veri diritti dell’uomo sono i diritti di Dio. Se questi vengono dimenticati, a pagarne le conseguenze non è Dio, ma l’uomo.

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Cari pellegrini, torniamo alla favola da cui siamo partiti. La sapienza di questo racconto sta nel dirci che senza la luce la speranza è persa. La bambina non si preoccupa che i fiammiferi sarebbero finiti e non avrebbe potuto vendere più nulla; capisce piuttosto che essi le danno la possibilità di vedere la nonna, l’unica persona che veramente l’aveva amata, e li accende tutti.

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E noi, invece, che rifiutiamo la luce, pretendiamo di vivere soddisfatti delle nostre tenebre… conservandoci stupidamente i nostri “fiammiferi”.

Al Signore Gesù

Signore, fa che non rifiuti la tua Luce.

Anzi, ti chiedo che indegnamente la possa portare a tutti.

Alla Regina dello Splendore

Madre, chi più di Te vive nella Luce?

Tu che sei Colei che ha generato la Luce.

Tu sei Colei che vive più strettamente con la Luce.

Legato a Te, camminando con Te, le tenebre non mi opprimeranno.

Madre, accompagnami nel cammino di questa settimana.


Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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