SAGGEZZA POPOLARE – “Quando tutti corrono, tu resta fermo” (proverbio gallese)

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Il popolo è ben altra cosa rispetto alla massa. La massa è qualcosa d’informe, che, pertanto, si lascia facilmente plasmare. Il popolo no. Esso ha una sua identità, una sua storia, delle radici. Ha un vissuto che gli permette di giudicare con buon senso il reale. E questo lo conforta di un’eredità: la saggezza. Certo, i popoli non sono uguali; perché le culture non sono uguali. C’è chi ha conquistato il Vero. Chi lo ha atteso. Chi lo ha rifiutato. Chi se ne è allontanato. Ma al di là di questo, ciò che è di natura percepisce il senso delle cose e il mistero del vivere. E, proprio perché Dio ha fatto sì che la natura fosse predisposta all’accoglienza della Grazia, non c’è buon senso popolare che non manifesta questo desiderio; al di là di ciò che la Storia dei singoli popoli partorisce. Ecco perché si può capire l’unicità e la bellezza della Verità Cattolica anche attraverso il buon senso di tutti i popoli. 


 Si dice che una volta i contadini non si facevano problemi a piantare noci. Eppure -si sa- il noce è un albero che cresce con grande lentezza. Occorre molto tempo per beneficiare dei suoi frutti e vederlo grande. Eppure un tempo non ci si faceva problema a piantare questo tipo di albero.

Oggi no. Oggi si pretende tutto e subito. Si piantono gli alberi che crescono rapidamente oppure quelli già belli e grandi.

Sembra non esserci logica in questo. Infatti, un tempo l’aspettativa di vita non era come adesso, bastava poco per lasciare questo mondo. Oggi, invece, la vita media si è allungata e si può convivere anche con gravi malattie. Eppure la logica salta: l’uomo di una volta sapeva attendere. L’uomo di oggi, no.

La risposta sta nell’ansia, cioè in quell’agitazione che contraddistingue la vita contemporanea. Un’agitazione che ha un’unica  e sola motivazione: l’incapacità di dare una risposta al mistero della vita.

Se la vita è orientata verso l’eternità, allora la fretta può essere domata; ma se invece la vita va verso l’abisso del nulla, allora è meglio avere tutto e subito. E per far questo è inevitabile la pena di farsi dominare dall’agitazione, dalla fretta, dalla corsa.

Ma in questo modo ci si condanna alla stoltezza.

La vera vittoria non si raggiunge correndo.

E’ un paradosso, ma è così: per tagliare davvero il traguardo della vita, bisogna stare fermi.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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