Rubrica a cura di Corrado Gnerre

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Il popolo è ben altra cosa rispetto alla massa. La massa è qualcosa d’informe, che, pertanto, si lascia facilmente plasmare. Il popolo no. Esso ha una sua identità, una sua storia, delle radici. Ha un vissuto che gli permette di giudicare con buon senso il reale. E questo lo conforta di un’eredità: la saggezza. Certo, i popoli non sono uguali; perché le culture non sono uguali. C’è chi ha conquistato il Vero. Chi lo ha atteso. Chi lo ha rifiutato. Chi se ne è allontanato. Ma al di là di questo, ciò che è di natura percepisce il senso delle cose e il mistero del vivere. E, proprio perché Dio ha fatto sì che la natura fosse predisposta all’accoglienza della Grazia, non c’è buon senso popolare che non manifesta questo desiderio; al di là di ciò che la Storia dei singoli popoli partorisce. Ecco perché si può capire l’unicità e la bellezza della Verità Cattolica anche attraverso il buon senso di tutti i popoli.

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Chesterton giustamente dice che l’uomo è come un grande albero. Le radici sono ben dentro la terra, ma le fronde sono talmente alte che sembrano quasi sfiorare le stelle.

D’altronde è così: l’uomo vive in una situazione che è letteralmente “drammatica”. Da una parte continuamente si scopre piccolo, limitato, pieno di contraddizioni e fragilità; dall’altra avverte dentro di sé un desiderio che è immensamente grande. Immensamente, perché si tratta proprio di desiderio dell’Immenso. Non c’è nulla su questa terra che possa pienamente soddisfarlo.

La piccolezza dell’uomo rifugge la piccolezza, invoca, anzi esige l’Immenso.

Da qui l’obbligo di essere umile, ma anche di essere nobile.

Nobile, per il proprio costitutivo desiderio d’Assoluto.

Nobile, perché si è fatti di stelle… cioè perché si viene da Dio e si desidera ritornare a Lui.

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Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri