SOSTA: Non dobbiamo temere di amare troppo l’Immacolata. Piuttosto dobbiamo temere di non amarla mai abbastanza

di Diego Torre (per il C3S)


La devozione alla Madonna è sempre stata presente nella Chiesa, come si dimostra a partire dall’ antica invocazione, attestata tra i cristiani sin dal III secolo, che è il più antico tropàrion dedicato alla Madre di Dio: “Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.” Anche in questo caso la traduzione è traditrice. Presidium, ovvero  luogo difeso da presenza di militari, è la parola che troviamo nel testo latino, non protezione. E questo ci richiama al significato di militia che ha la vita dell’uomo sulla terra (cf .Gb, 7,1) e quella del cristiano in particolare, nonché al ruolo belligerante che l’Immacolata esercita contro il serpente e la sua stirpe (cf. Gn. 3,15). Concetti scomodi in tempo di irenismo, poiché riaffermano la centralità della Madonna nella storia umana in opposizione alle forze infernali. Concetti indigesti per tanti che vorrebbero vegetare tranquilli senza urtare lo spirito del mondo e che sottovalutano volentieri il ruolo dell’Immacolata, criticando chi fa il contrario. Ma alle stolide accuse di “marianocentrismo”, così definito polemicamente in opposizione al “cristocentrismo”,  risponde san Massimiliano Kolbe: “…non abbiano affatto paura di amare troppo l’Immacolata, dato che non l’ameremo mai nel modo come l’ha amata Gesù. Ebbene tutta la nostra santità consiste nell’imitare Gesù. Chi si avvicina a Lei, per ciò stesso si avvicina a Dio, solo che lo fa percorrendo una strada più breve, più sicura, più facile.

Ciò è reso più facile dalla consacrazione a Lei, che opera nel cuore dei Suoi cavalieri, affinché divengano, come dice sempre san Massimiliano Maria Kolbe:  “in certo qual modo Lei stessa, affinché Ella prenda sempre più possesso della nostra anima, si impadronisca totalmente di essa, e in essa e per mezzo di essa Ella pensi, parli, ami Dio e il prossimo ed agisca”. La devozione quindi non deve essere sentimentale e superficiale ma un mezzo che ci faccia strumenti della evangelizzazione del mondo intero e del trionfo del Suo Cuore Immacolato. Infatti …”l’essenza dell’amore verso l’Immacolata è un atto della volontà; perciò tanto più l’amore è perfetto quanto più è perfetta l’unificazione della nostra volontà con la volontà di Lei. Questo è sufficiente. Tutto il resto è soltanto mezzo o effetto”. 


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