Il 16 aprile del 1943, lo scienziato svizzero Albert Hoffmann scopre gli effetti allucinogeni dell’LSD e li testa sulla sua persona.
Evento nefasto che richiama alla mente quella che sarà la cosiddetta rivoluzione chimica o anche detta psichedelica che animerà la cosiddetta Rivoluzione del ’68.
Ricordiamo che tale Rivoluzione volle portare il concetto di sovversione dal piano socio-politico a quello interiore, cioè all’interno dell’uomo stesso, nella sua più specifica struttura antropologica.
Il motto del ’68 fu: sesso, droga e rock and roll.
Dunque, la Rivoluzione del ’68 fu a sua volta costituita da tre rivoluzioni: sessuale, chimica e musicale.
Tutte e tre a servizio dell’illusione di svincolare l’uomo da qualsiasi limite e da qualsiasi dato costrittivo.
La rivoluzione chimica in particolare doveva servire a porre l’uomo in una dimensione “altra”, cioè a far sì che si convincesse che la vera realtà non sarebbe quella che gli s’impone oggettivamente come dato, bensì il frutto libero, illogico e surrealista della propria volontà immaginifica.
Richard Neville, uno dei molti, cattivi, maestri della rivoluzione chimica arrivò a dire che la droga avrebbe la positività di rendere gli uomini “capaci di sgusciare dalla camicia di forza della logica aristotelica”. Il che è ovviamente vero, perché la droga scompone il reale e fa saltare qualsiasi principio di non contraddizione.
Specificamente per l’LSD, ecco degli slogan molto diffusi nel ’68: “Fate saltare le menti meccaniche con l’acido santo.” E ancora: “Vitamina al vostro cervello. LSD”. Un altro: “L’alcool uccide, prendete l’LSD”.
Adesso molti -farisaicamente- si stracciano le vesti dinanzi alla piaga sociale della diffusione delle droghe, anche tra i giovanissimi; ma si dovrebbe ricordare che tale piaga fu voluta e culturalmente propagandata per scopi ben precisi.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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