1 Ottobre: San Remigio, Vescovo

da Mille santi del giorno di Piero Bargellini


Sembra che la forma originaria di questo nome -che in latino suonava Remigius, e in francese suona Remy- fosse Remedius, cioè “rimedio”, “medicina”. Un nome, quindi, di chiaro significato augurale, ricco di sottointesi spirituali, perché per i cristiani tale “medicina” non poteva essere altro che una medicina dell’anima.

Con il nome di Remedius sono firmate le poche lettere superstiti del santo di oggi, personaggio medicamentoso, rimedio e salute spirituale di innumerevoli fedeli, perché Remigio fu colui che convertì al Cristianesimo, alla fine del VI secolo, il re Clodoveo, e con lui tutti i suoi Franchi.

Per questo san Remigio, battezzatore del Re Clodoveo, viene chiamato “Apostolo della Francia”, anche se prima di lui numerosi missionari, molti Martiri e diversi grandi Vescovi avevano preparato il terreno per il trionfo del Cristianesimo.

Remigio era Vescovo di Reims, e riuscì a conquistare il cuore del Re pagano con l’aiuto della moglie, la regina Clotilde, già cristiana, e anch’ella venerata come Santa. Il Sovrano barbaro, rude e impetuoso, restò colpito dalla saggezza e dalla sincerità del Vescovo cristiano, nei cui confronti dette prova di grande rispetto.

Accettò il Battesimo dopo la vittoria sugli Alemanni, che lo minacciavano al di là del Reno, e dopo la battaglia di Tobiac, nel Natale del 496, entrò nella cattedrale di Reims e piegò il capo superbo davanti al Vescovo Remigio, che lo battezzò cristiano.

“Piega dolcemente la testa -gli aveva detto- adora quello che bruciasti e brucia quello che adorasti.”

E come consiglio politico: “Soccorri gli afflitti, abbi cura delle vedove e degli orfani. Usa le tue ricchezze per liberare i prigionieri e per sciogliere le catene agli schiavi.”

E infine gli diede questa massima di saggezza: “Divertiti con i giovani, ma delibera con i vecchi.”

Con lui, dicono le cronache, san Remigio battezzò tremila franchi: fu dunque una conversione di massa, di quasi tutto un popolo, rappresentato dai suoi capi, al seguito del loro Re.

Di san Remigio, dopo questo episodio, non si sa molto di più.

Sappiamo che scrisse molto, ma le sue opere non ci sono pervenute. Dalle poche lettere restateci affiora l’immagine di un uomo colto e sapiente, saggio e anche energico.

Dovette vivere molto a lungo, se Gregorio di Tours, tessendone l’elogio, dice che resse il pastorale per settanta anni e più.

Stando a questa indicazione, dunque, egli dovette morire centenario verso il 530, onorato dai Franchi come loro guida spirituale, e venerato dai cristiani quasi come un nuovo apostolo.


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