Il popolo è ben altra cosa rispetto alla massa. La massa è qualcosa d’informe, che, pertanto, si lascia facilmente plasmare. Il popolo no. Esso ha una sua identità, una sua storia, delle radici. Ha un vissuto che gli permette di giudicare con buon senso il reale. E questo lo conforta di un’eredità: la saggezza. Certo, i popoli non sono uguali; perché le culture non sono uguali. C’è chi ha conquistato il Vero. Chi lo ha atteso. Chi lo ha rifiutato. Chi se ne è allontanato. Ma al di là di questo, ciò che è di natura percepisce il senso delle cose e il mistero del vivere. E, proprio perché Dio ha fatto sì che la natura fosse predisposta all’accoglienza della Grazia, non c’è buon senso popolare che non manifesta questo desiderio; al di là di ciò che la Storia dei singoli popoli partorisce. Ecco perché si può capire l’unicità e la bellezza della Verità Cattolica anche attraverso il buon senso di tutti i popoli.
1.Gli antichi filosofi la chiamavano atarassia, cioè l’imperturbabilità dinanzi agli eventi. Ma -diciamolo francamente- si tratta di un atteggiamento poco conforme all’umano. Se davvero si potesse e si decidesse di rimanere imperturbabili dinanzi agli eventi, soprattutto quelle dolorosi, si rischierebbe di annullare totalmente la propria sensibilità. sarebbe un’apatia, cioè una non-passione.
2.La passione, invece, è connaturata all’uomo. Una passione con la “P” maiuscola, quella del Verbo incarnato, ci ha perfino redenti. E la compassione, cioè l’essere vicini, il cercare di condividere le sofferenze altrui, è atto di grande merito.
3.Piuttosto è altro che si deve fare. Nel patire se non si può e non si deve annullare la passione, si può e si deve comunque conservare la perfetta letizia, ovvero una serena pace dell’anima. Ma come può essere possibile?
4.Può essere possibile solo qaundo si allontana la disperazione che, letteralmente, è la sparizione totale della Speranza. Kierkegaard chiama la disperazione “malattia mortale“. La disperazione è quando si perde qualsiasi motivazione per poter conferire un significato alla sofferenza e alla vita intera. Ne Il crepuscolo degli idoli Nietzsche scrive: “Chi ha un perché per vivere può sopportare quasi ogni come“. La disperazione si sconfigge quando si sa che tutto avrà una soluzione: c’è chi riporta dai Diari di Franz Kafka queste parole: “Non c’è che una speranza, ma è una speranza sufficiente: che la disperazione non sia terna”.
5.Qui entra in gioco Dio. Solo Lui può risolvere. Solo Lui, il vero Dio che accetta la Croce e risorge, può dissipare qualsiasi disperazione. Solo Dio, come ben dice il proverbio cileno, può far sì che facciamo…una bella faccia al brutto tempo.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri

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