BORRACCIA – 23 novembre

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

O mio Dio, Trinità che io adoro, aiutatemi a dimenticare interamente me stessa, per stabilirmi in voi, immobile e pacifica, come se già l’anima mia fosse nell’eternità! Che nulla turbi la mia pace, né mi faccia uscire da voi, o mio Immutabile, ma che ogni minuto mi trasporti più lontano, nell’abisso del vostro Mistero.

(Santa Elisabetta della Trinità)

I SORSI

1

Cari pellegrini, ci siamo infreddoliti a causa di un tempo inclemente. Rientrati a casa, ci va di sostituire la solita doccia con un bel bagno caldo. Il tepore dell’acqua rasserena il nostro corpo e lo tempra. E’ dura uscire dalla vasca. Ci riattende il freddo… ma un caldo accappatoio è pronto ad avvolgerci.

2

Nell’acqua di questa borraccia vi è un tema molto chiaro. Ne parla santa Elisabetta della Trinità (1880-1906): il desiderio della quiete. Un desiderio che solo la comunione con Dio può appagare.

3

Cos’è la quiete? Solitamente si risponde: la tranquillità. E’ una risposta non errata, ma certamente insoddisfacente.

4

La tranquillità è un’assenza di preoccupazione. Il periodo tranquillo è quel periodo che si è soliti identificare come un tempo senza affanni e problemi; forse anche senza impegni eccessivi. Infatti, il termine tranquillo viene dal latino trans-quillus, ovvero oltre la quiete. Quindi si tratta di una pace pressoché totale.

5

La quiete, invece, ha un significato più specifico e meno totalizzante. E’ uno stato dell’anima che riesce a conservare la pace malgrado tutto, malgrado rimangano le preoccupazioni.

6

Quietare viene dal latino quiesco, che vuol dire riposare. Riposare a sua volta esprime l’immagine di adagiarsi comodamente su qualcosa: ri-posare, cioè posare bene.

7

Dunque, la quiete è quello stato che fa sperimentare un tenero adagiamento sulla realtà.

8

E’ come se la realtà e il tempo che scorre si offrissero  a mo’ di “letti comodi” per distendersi sopra e -appunto- riposarvisi.

9

Il poeta messicano Raùl Aceves (nato nel 1951) scrive: “La turbolenza sta al centro della calma,
così come la calma sta al centro dell’uragano”. 

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Queste parole dicono che l’agitazione può colpire l’intimo, ma se si sa leggere bene l’essenza di ciò che accade, allora anche “l’uragano” può contenere la pace. Ma -aggiungiamo noi- perché sia così, bisogna leggere tutto alla luce e nella luce di Dio.

11

Ed è per questo che santa Elisabetta della Trinità dice che per quietarsi e liberarsi da qualsiasi turbamento bisogna immergersi in Dio, cioè farsi avvolgere da Dio.

12

Attenzione: se la tranquillità è la semplice assenza di preoccupazioni, cioè il riposo come assenza di impegno, la quiete, invece, non richiede tali assenze, anzi: si esprime piuttosto con la capacità di vincere ogni turbamento malgrado le preoccupazioni e gli impegni più assorbenti.

13

Ma -lo ripetiamo- non c’è quiete senza immergersi in Dio, che -ribadiamo anche questo- vuol dire farsi avvolgere da Lui.

14

Il farsi avvolgere da Dio non annulla i problemi, piuttosto conferisce a questi un senso. Essi vengono ammortizzati e posti nella giusta collocazione.

15

Solo così si governano gli accadimenti e non ci si lascia governare da questi.

16

Solo così ci si ripara dai pericoli e si rende sopportabile qualsiasi disagio.

17

Il gelo dell’aria rimane, ma l’ “accappatoio caldo” della presenza di Dio avvolge il corpo e ammortizza qualsiasi disagio nell’uscire dal tepore della vasca e così immergersi nel freddo della vita.

Al Signore Gesù

Signore, io voglio immergermi in Te.

Voglio che Tu avvolga il mio esistere.

Non pretendo che Tu non mi possa provare.

Non pretendo che Tu mi risparmi la fatica e il dolore.

Voglio solo che tutto questo lo viva con Te.

Alla Regina dello Splendore

Madre, Tu sei la tenerezza e la dolcezza che il tuo Divin Figlio mi ha donato.

Stretto a Te, la quiete sarà il mio destino.

Con Te a fianco tutto sarà più dolce.

Penso a quando Gesù Bambino aveva freddo e tu lo coprivi con una calda coperta affinché gustasse il tepore.

Ricopri anche me della tua dolcezza per affrontare senza danni le “intemperie” della vita.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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