BORRACCIA – 22 gennaio

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

La terra ci chiude in prigione con le persecuzioni, ma il cielo resta aperto….

(San Cipriano – Esortazione al martirio, 13)

I SORSI

1

Cari pellegrini, gli astronauti sono costretti a vivere per giorni e giorni in astronavi che hanno la grandezza che hanno: pochi metri quadrati. Una prigionia forzata, ma una prigionia che li rende capaci di osservare cose che altrimenti non si potrebbero osservare.

2

San Cipriano con le parole che fanno da acqua di questa borraccia presenta due immagini che sono apparentemente contrapposte: da una parte la terra, dall’altra il cielo.

3

Egli, alludendo alle persecuzioni e quindi al martirio (San Cipriano nacque nel 200 e morì nel 258), dice che anche quando la terra dovesse offrire prigioni, essa non potrà mai “chiudere” il cielo, anzi!

4

Quando si guarda il cielo, inevitabilmente si avverte un senso d’infinito, ancor più del senso d’infinito che può offrire l’osservazione di una vastissima pianura o del mare.

5

Il cielo richiama l’incommensurabile. Ciò che colpisce non è tanto la vastità che umanamente si può osservare, che è più o meno come quella della pianura o del mare, bensì una profondità che sovrasta.

6

Guardare il cielo è capire che lo sguardo sta andando verso altezze che non hanno limiti.

7

Da qui un senso di libertà.

8

Una libertà che è nell’incommensurabilità, ma è anche nella levità, cioè nella leggerezza. Il cielo costringe ad osservare in alto e quasi a volare con lo sguardo.

9

Torniamo alle parole di san Cipriano. Queste sembrano -come abbiamo già accennato- in contrapposizione; in realtà, se ci si riflette, non lo sono. Dicono piuttosto che la terra può aprire verso il cielo, ma ad una condizione: che la terra costringa al combattimento.

10

Insomma -come dice san Cipriano- solo quando la terra offre prigioni, si può capire che la porta del cielo è sempre aperta.

11

Quando la terra toglie la libertà, allora si può capire che il cielo è l’unico “luogo” di libertà.

12

Se infatti la vita terrena è lotta per vivere e per confermare -costi quel che costi- la fedeltà, allora la terra schiude il cielo.

13

Ma se la terra è un semplice trascinare la vita o addirittura occasione per esprimere pavidità e arrendersi dinanzi al combattimento, allora alla terra non seguirà il cielo …ma solo la terra.

14

Se gli astronauti volessero evitare la costrizione dell’astronave, non potrebbero vivere quell’inimmaginabile esperienza. E’ proprio la “prigionia” che li apre alla libertà della conoscenza.

Al Signore Gesù

Signore, non farmi mai perdere di vista il Cielo.

Fa che il desiderio di raggiungere la vera patria accompagni sempre il mio vivere, le mie scelte, i miei atti.

Fa che accetti qualsiasi “prigione” per raggiungerti nella libertà del Paradiso.

Alla Regina dello Splendore

Madre, la tua vita su questa terra è sempre stata presenza del Cielo.

Tutto osservavi e valutavi tutto in vista del Paradiso.

Tu sei la creatura più libera, perché più legata a Dio.

Perché anch’io possa vivere questa unica vera libertà, vengo da Te.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei tre Sentieri


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