Il Catechismo di San Pio X commentato per voi (n.120)

Rubrica a cura di Pierfrancesco Nardini


Domanda: I mezzi di santità e di salute eterna sono comuni a tutti gli uomini?

Risposta: I mezzi di santità e di salute eterna sono comuni a tutti gli uomini che appartengono alla Chiesa, cioè ai fedeli, i quali negli scritti apostolici sono detti santi: perciò l’unione e partecipazione loro a quei mezzi è comunione di santi in cose sante.


Tutti gli uomini hanno la possibilità di usufruire dei mezzi di santità e salute eterna, con un’unica condizione: appartenere alla Chiesa, ossia essere battezzati e in stato di grazia, salvo il caso particolare dell’ignoranza invincibile.

Come non stupisce che i benefici dati da una società umana si possano avere solo se se ne è soci, non dovrebbe stupire che si possano sfruttare i mezzi di santità della Chiesa solo se se ne è membri.

L’importanza di questa condizione è stata massimizzata nei secoli con la frase “extra Ecclesiam, nulla salus (fuori della Chiesa non c’è salvezza)” .

La necessità di essere nella Chiesa per salvarsi è, d’altronde, un dogma: rivelato nella S. Scrittura (v. ad es. Gv 11, 25-26; Mc 16, 16; Atti 4, 12), insegnato in modo ordinario e continuo dalla Chiesa (v. ad es. San Cipriano, Epistula 73, 21, anche 4, 4; Bonifacio VIII, Unam Sanctam; Pio IX, Singulari quadam) e definito infallibilmente (Concilio Lateranense IV, 1215, nella definizione contro gli albigesi e i catari, e Concilio Fiorentino, 1442).

Pio XII così sintetizzava in modo preciso: “Ora tra le cose che la Chiesa ha sempre predicate e che non cesserà mai dall’insegnare, vi è pure questa infallibile dichiarazione che dice che non vi è salvezza fuori della Chiesa” (Lettera al Sant’Officio, 8.11.1949).

Come spiega bene Casali, “la necessità di appartenere alla Chiesa non è solo di precetto (necessitas praecepti), ma anche di mezzo (necessitas medii), come è chiaramente dimostrato dal paragone con l’arca, mezzo di salvezza dal diluvio”.

Questi mezzi di santità e salute eterna hanno una particolarità che viene denominata “comunione dei santi”. Si approfondirà nei prossimi numeri cosa sia questa comunione. Qui si vuol solo ragionare su una questione spesso, si teme, non tenuta in conto.

La comunione di questi mezzi salvifici per tutti gli uomini comporta una grande responsabilità di ogni singolo fedele verso gli altri in ogni sua singola azione.

In relazione a quanto detto, preme sottolineare un aspetto. Si deve evitare di pensare a una sorta di discriminazione verso coloro che non sono membri della Chiesa, che, in quanto tali, non possono usufruire dei detti mezzi. Questo intanto per la logicità della partecipazione dei soli membri: con forme umane di società nessuno si scandalizza perché chi ne è fuori non può averne i benefici. Inoltre, perché non è discriminato chi volontariamente decide di non voler partecipare: c’è, infatti, sempre un grado di volontarietà in questo, salvo, come detto, il caso dell’ignoranza invincibile.


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