Rubrica a cura di Pierfrancesco Nardini
Domanda: Chi sono gl’infedeli?
Risposta: Gl’infedeli sono i non battezzati che non credono in alcun modo nel Salvatore promesso, cioè nel Messia o Cristo, come gl’idolatri e i maomettani.
Seppur possa sembrare a qualcuno una brutta parola, quasi offensiva (al giorno d’oggi tutto offende e/o discrimina), tralasciando altro ben più grave, infedele non è altro che colui che non crede, che non ha la vera fede. “Sono i non battezzati che non credono in alcun modo nel Salvatore promesso, cioè nel Messia o Cristo”,
Non ci si deve dunque stupire se così vengono denominati da San Pio X “gl’idolatri e i maomettani”.
Nostro Signore Gesù ha spiegato che “chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato” (Mc 16, 16).
È dunque verità rivelata: per poter essere nella Chiesa e nella comunione dei santi si deve credere in Cristo ed essere battezzati. Se non si crede, come detto, non si ha la fede, quindi si è infedeli (senza fede).
Come spiega il Casali, questi non sono definitivamente fuori della Chiesa, ma “non sono in atto membri del Corpo Mistico, ma solo in potenza, in quanto possono convertirsi e la Chiesa ha il diritto e il dovere di predicare loro il Vangelo”.
In questa categoria rientrano sia coloro che, pur battezzati, hanno perduto la fede, sia coloro che non hanno mai ricevuto il Battesimo. Tra questi ultimi il Dragone distingue gli “infedeli negativi”, ossia coloro che, per vari motivi, non hanno mai conosciuto Cristo (è la c.d. ignoranza invincibile, che può permettere la salvezza, in caso di vita vissuta secondo la legge naturale) e quelli “positivi” che sono invece coloro che volutamente, pur conoscendoLo, non vogliono credere in Gesù (questi non si salvano, finché non si convertono).
San Pio X cita anche gli idolatri, perché sono ovviamente senza fede in Cristo, dato che sono coloro che adorano creature (come ad es. si faceva una volta con l’imperatore) o molti déi invece di Nostro Signore
Come detto, però, tutti possono ancora salvarsi in quanto possono convertirsi. La Chiesa ha sempre difeso questa sentenza certa che “Dio dà a tutti gli infedeli senza loro colpa (infideles negativi) la grazia sufficiente per salvarsi” (L. Ott, Compendio di teologia dogmatica), ma anche che è aperta la porta della conversione per tutti fino alla fine.
Alessandro VIII ad esempio ha condannato nel 1690 la tesi giansenistica che sosteneva che la Morte di Cristo fosse solo per i fedeli, mentre chi non credeva non ne traesse vantaggio o influssi di grazia.
La Rivelazione d’altronde è chiara sulla volontà divina che tutti possano salvarsi (v. 1 Tim 2, 4; 2Pt 3, 9) ed anche sull’universalità della Redenzione di Cristo (1Gv 2, 2; 2Cor 5, 15; 1Tim 2, 6; Rom 5, 18).
Cosa differente è il non avvantaggiarsi della Redenzione di Cristo per causa propria (peccato, mancanza di fede, ecc…). In questi casi la questione è soggettiva, cioè dipende da ognuno.
Concludiamo associandoci alla riflessione del Dragone: “dobbiamo ringraziare ogni giorno il Signore perché ci ha elargito il dono della fede nel Battesimo, e pregare la conversione degl’infedeli”.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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