Rubrica a cura di Corrado Gnerre
Tra gli strumenti di un cammino vi è la bisaccia, una borsa con cui poter portare il piccolo necessario; non certo il pasto che i pellegrini chiedevano e chiedono agli ostelli, ma qualche semplice e piccolo boccone per sostenere il passo. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Bisaccia” è un insegnamento della sapienza naturale con cui poter sostenere il passo dell’esistenza e confermare la scelta della bellezza della Verità Cattolica.
Il peggio, quando si invecchia, è che si resta giovani
(Jean Cocteau)
Queste parole esprimono un paradosso: si rimane giovani anche quando si invecchia.
Ma è un paradosso vero.
L’uomo, pur invecchiando, conserva un pensiero giovane.
Un pensiero capace di capire, di intuire, di amare, di odiare; e di scegliere il bene o di scegliere il male.
Anzi, invecchiando, il pensiero è come se si allargasse riuscendo a capire tante sfumature che prima sfuggivano.
Il corpo s’indebolisce.
La pelle raggrinzisce.
I muscoli perdono forza.
Il passo si fa pesante.
Ma il pensiero continua a volare; anzi, vola ancora più in alto.
Se ciò è una “condanna” per la vecchiaia, perché si riesce a pensare ad essa e ai suoi limiti, ciò è anche e soprattutto una scoperta.
La scoperta che l’uomo non è solo le sue forze fisiche, ma anche e soprattutto lo spirito che lo porta ad invocare e a sperare.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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