BORRACCIA – 23 gennaio

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

La carità tutto sopporta…

(1 Corinzi 13,7)

I SORSI

1

Cari pellegrini, spesso si dice ai bambini di studiare perché attraverso lo studio si crescerebbe e si diventerebbe più maturi. Insomma, si diventerebbe più uomini. E’ davvero così? Se lo fosse, visto che ormai analfabeti non ve ne sono, dovremmo avere ai nostri tempi un grado di maturità superiore rispetto al passato, e invece molti sociologi e psicologi parlano di giovanilismo ritardato e di sindrome di “peterpanismo” (da Peter Pan), cioè di rifiuto di crescere e quindi di affrontare le responsabilità della vita.

2

Che cos’è la Carità? L’amore verso Dio. Poi, attraverso Dio, anche al prossimo.

3

La Carità è l’unica virtù teologale che non finirà mai. Infatti, nell’eternità del Paradiso la Fede e la Speranza non avranno più ragion d’essere, mentre la Carità, in quanto appunto amore a Dio, durerà per tutta l’eternità.

4

La Carità, in quanto amore a Dio, implica e sottende un doveroso riconoscimento: il primato di Dio.

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Dio si deve amare più di ogni altra persona e cosa, più anche di se stessi, perché Egli è ciò che vi è di più importante. Nulla e nessuno è e può essere più importante di Dio.

6

Ebbene, da questa centralità di Dio scaturisce il senso e la giustezza dell’espressione paolina che fa da acqua di questa borraccia.

7

L’Apostolo, nel suo celebre Inno alla Carità (un capolavoro che non è solo teologico, ma anche poetico), dice che la Carità tutto sopporta. Cioè tutto fa sopportare.

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Ci sono due motivi che dimostrano quanto questa espressione sia vera.

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Il primo è che, mettendo Dio al primo posto, ci si deve attendere la felicità solo da Dio.

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Il secondo motivo è che, mettendo Dio al primo posto, si conquista la bellezza di un’intelligente relatività (poi spiegheremo il senso di questa espressione che detta così è certamente enigmatica).

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Per quanto riguarda il primo motivo, la spiegazione è semplice. La vera felicità è in Dio, per cui bisogna aspirare al paradiso e in tal modo ogni prova da scontare riuscirà sopportabile in vista del bene futuro. Famose, a riguardo, sono le parole di san Francesco d’Assisi: “Tanto è il bene che mi aspetto che ogni pena mi è diletto!”

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Veniamo al secondo punto. Mettendo Dio al primo posto, si conquista la bellezza di un’intelligente relatività. Cosa vuol dire? Che la scelta di Dio fa sparire qualsiasi infantilismo. L’infantilismo, ovvero ciò che rende scioccamente attaccati alle inezie e che spinge ad essere ridicolmente capricciosi se queste inezie dovessero andare perdute.

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C’è chi ha detto giustamente: “… quando l’uomo non s’inginocchia più dinanzi a Dio, finisce con l’inginocchiarsi dinanzi a tutto“. Senza il primato di Dio, infatti, l’uomo si prostra anche dinanzi alle cose più stupide.

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Per liberarsi da Dio, l’uomo è divenuto schiavo degli idoli di turno. E oggi ci sono tanti -troppi!- segni che attestano questa terribile deriva.

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Ed è per questo che san Paolo nello stesso Inno alla Carità aggiunge: Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era bambino, l’ho abbandonato. (1 Corinzi 13,11). Ecco il punto: ...ciò che era bambino, l’ho abbandonato. Cioè, ho abbandonato ciò che scioccamente ritenevo importante.

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Insomma, c’è poco da discutere: con Dio si diventa più intelligenti… e più uomini.

17

Altro che cultura! Questa serve sì, ma è ben altro ciò che fa crescere.

18

Senza Dio, si è tutti condannati a divenire dei ridicoli Peter Pan.

Al Signore Gesù

Signore, Tu mi doni tutto. Mi doni anche la maturità.

Se voglio essere davvero uomo, devo scegliere Te e mettermi alla tua sequela.

Senza di Te, sarei solo l’ombra di me stesso.

Alla Regina dello Splendore

Madre, Tu in natura eri quella che eri: un’umile fanciulla.

Fragile nel fisico, eppure fortissima.

Talmente forte che fai tremare tutto l’Inferno e tutti i demoni.

Non c’è creatura più forte di Te nell’universo intero, perché non c’è creatura che è più piena di Dio.

Per non lasciarmi vincere dalla pavidità, vengo da Te, all’ombra della tua immensa forza.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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