Rubrica a cura di Corrado Gnerre
Tra gli strumenti di un cammino vi è la bisaccia, una borsa con cui poter portare il piccolo necessario; non certo il pasto che i pellegrini chiedevano e chiedono agli ostelli, ma qualche semplice e piccolo boccone per sostenere il passo.
Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Bisaccia” è un insegnamento della sapienza naturale con cui poter sostenere il passo dell’esistenza e confermare la scelta della bellezza della Verità cattolica.
Ogni cerchio tracciato attorno a Te, spinge il compasso fuori dal tempo.
(Ranier Maria Rilke)
Il compasso richiama non solo l’idea del cerchio, ma anche quella del circoscrivere, cioè del racchiudere.
Tracciare un “cerchio” intorno a Dio, vuol dire “conquistare” Dio.
Ma Dio può essere “conquistato”? Può l’Onnipotente essere fatto proprio?
Se di Dio si ha un giusto concetto, sì: Dio può essere “conquistato”.
Si tratta di un paradosso possibile perché è voluto da Dio stesso.
Il Dio cattolico (perché Dio è cattolico!) è un Dio che vuole essere amato fino alla pazzia: la pazzia di una creatura limitata che possegga Lui, che è l’Illimitato.
D’altronde un Dio che si fa veramente bambino, un Dio che si fa pezzo di pane e si fa mangiare, un Dio che con la Grazia ci vuole partecipi della Sua stessa Vita, è un Dio che esige il paradosso.
Il paradosso del possesso di Dio diviene “compasso” che si apre all’eterno: uno strumento che dovrebbe circoscrivere, diviene strumento per riempire di Infinito… il finito.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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