San Lorenzo Giustiniani fu il primo patriarca di Venezia. Di nobilissima famiglia, era nato nel 1381. A 23 anni, rinunciando agli agi, si unì ad ad altri chierici, che poi furono riconosciuti come Canonici secolari di San Giorgio (dall’isola sulla quale vivevano). Sacerdote nel 1407, nel 1409 divenne priore, non rinunciando, però, alla questua e alla scrittura, producendo opere di ogni genere, sia destinate ai dotti che al popolo. Nel 1433 fu nominato vescovo di Castello, cioè pastore di Venezia e nel 1451 Niccolò V gli attribuì il titolo di patriarca dopo aver soppresso il patriarcato di Grado. Dovette affrontare tempi difficili, segnati dalla lotta contro i Turchi. Il suo rigore, il suo intento riformatore e la sua testimonianza di fede lo resero un vero padre per i Veneziani. Morì nel 1456. (santiebeati.it)
Introito
(Ecclesiastico 45,30)
Il Signore ha stabilito con lui un’alleanza di pace e ne ha fatto un principe: e così durerà per sempre la sua dignità sacerdotale.
(Salmo 131,1)
Ricordati, Signore, di Davide e di tutta la pietà sua.
Epistola
(Ecclesiastico 44,16-27; 45,3-20)
Ecco il Sommo Sacerdote che durante la sua vita piacque a Dio e fu trovato giusto, e nel tempo dell’ira fu strumento di riconciliazione. Non se ne trovò uno simile a lui nell’osservare la legge dell’Altissimo. Per questo il Signore giurò di farlo crescere nel suo popolo. Gli diede la benedizione di tutte le genti e confermò la sua alleanza sul suo capo. Ebbe gli occhi su lui nelle sue benedizioni, gli conservò la sua misericordia ed egli trovò grazia davanti agli occhi del Signore. Lo esaltò davanti ai re e gli diede una corona di gloria; stabilì con lui un’alleanza eterna e gli diede il sommo sacerdozio e lo fece felice e glorioso: nell’esercizio del ministero sacerdotale e nel cantare la lode del suo nome e nell’offrirgli degno sacrificio d’incenso, in soave odore.
Graduale
(Ecclesiastico 44,16)
Ecco il grande pontefice, che nella sua vita piacque a Dio.
(Salmo 44,20)
Non si trovò alcuno simile a lui nell’osservare la legge dell’Eccelso. Alleluia, alleluia.
(Salmo 109,4)
Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchisedech. Alleluia.
Vangelo
(Matteo 25,14-23)
In quel tempo, Gesù disse: Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: ‘Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque’. ‘Bene, servo buono e fedele’, gli disse il suo padrone, ‘sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone’. Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: ‘Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due’. ‘Bene, servo buono e fedele’, gli rispose il padrone, ‘sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone’.
Meditazione
- Come dice il Vangelo, il Signore premia chi sa trafficare i talenti (pochi o molti che siano) che Lui ha donato.
- Guai a tenerseli per sé!
- Trafficare i talenti vuol dire metterli a disposizione.
- Un anziano, nato negli anni ’20 del ‘900, un giorno raccontò che a circa 7/8 anni ricevette in dono dai genitori un bel pallone di football. Era di un cuoio bellissimo, quasi luccicante. Al bimbo venne la tentazione di chiedere alla mamma che potesse cucirgli una foderina così da ricoprire quel bel pallone perché aveva timore si potesse rovinare giocandoci. Fu l’ingenuità di un bambino, ma questo rischio lo corriamo anche noi: pensare di mettere la “foderina” a ciò che abbiamo ricevuto, ovvero che cioè i doni debbano essere messi dentro un ideale vetrina e conservati.
- Molto spesso questo istinto di “conservare” i doni ricevuti si manifesta non tanto con il conservare in sé, quanto con il credere che questi doni siano proprietà nostra e che quindi meriterebbero che gli altri ce li pagassero. Gesù invece dice: Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date (Matteo 10).
- Nulla, infatti, ci appartiene realmente. Iniziando dal tempo che oggi abbiamo e tra un secondo chissà…
Alla Regina dello Splendore
- Madre, fa che possa sempre ringraziare il tuo Divin Figlio per quel che mi hai donato immeritatamente.
- Che ciò che mi ha donato lo possa sempre trafficare e mettere gratuitamente a disposizione del prossimo.
- Madre, aiutami che sempre possa apprezzare questi doni.
- Rendimi grato e generoso.
- Regina dello Splendore, guidami nel cammino della vita.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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