SOSTA – Lo sai che quando Gesù ci dice di essere come bambini, c’insegna anche la buona filosofia?

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Sapete la filosofia come nasce? Nasce dalla meraviglia. Lo dice Platone, lo dice Aristotele. Insomma, lo dicono tutti i filosofi “tosti”, quelli buoni, quelli che intelligentemente ritengono che il problema che debba porsi la filosofia sia quello della verità. Il resto viene dopo. Viene dopo per un motivo logico, perché se ci si dovesse convincere che non esiste la verità, sarebbe del tutto inutile indagare su altri versanti. Se la verità esiste, allora è possibile indagare sull’uomo, sulla natura, su tutto; ma se la verità non esiste, allora è molto meglio ritirarsi e starsi zitti. Non caso lo stesso Aristotele diceva che lo scettico se volesse davvero essere coerente con se stesso dovrebbe fare silenzio, perché nel momento in cui parlasse già pretenderebbe affermare qualcosa su cui tutti dovrebbero convergere, cioè già pretenderebbe sapere qualcosa, arrivando quindi a contraddirsi visto che lo scetticismo è la convinzione che nulla si può conoscere con certezza.

Ma ad un certo punto della storia della filosofia, ecco il passaggio: dalla meraviglia al dubbio. La meraviglia come convinzione di aprirsi al vero; il dubbio come messa in discussione di tutto. Il motivo? E’ presto detto: la presunzione, l’orgoglio. Infatti, quando Cartesio arriva a fondare sul dubbio il sistema della conoscenza è perché parte da un presupposto che è quello di orgogliosamente rifiutare tutto il patrimonio culturale ereditato dal passato. Per dirla in termini informatici, egli decide di resettare tutto nella convinzione che tutto ciò ch’era stato affermato fino ad allora potesse essere falso. Io -dice Cartesio- devo rifondare il sapere, perchè non mi fido di ciò che mi è stato detto finora. Ma -si chiede Cartesio- da dove devo partire? Dal reale? Eh no… perché non posso sapere se ciò che osservo sia vero o meno, può darsi anche che un diavoletto maligno mi faccia sembrare vero ciò che non è vero (stabilite voi, cari lettori, se queste sono cose serie). Dunque se non si può avere certezza della realtà, si può avere però certezza di dubitare su tutto. Dunque la certezza da cui partire è il dubbio… e la frittata è fatta: il dubbio sostituisce la meraviglia.

Ovviamente tutto fu funzionale ad un desiderio più profondo, quello cioè di sostanziare l’antropocentrismo. La meraviglia richiama l’umiltà di riconoscere, il dubbio la presunzione di stabilire personalmente ciò che è vero e ciò che è falso.

Ed è per questo che Gesù con i lodare i bambini fa anche un riferimento filosofico: “Se non diventerete come bambini, non potrete entrare nel regno dei Cieli” (Matteo 18). Dunque, si deve sempre conservare la condizione del bambino. Qual é questa condizione? Stupirsi, meravigliarsi. Non certo dubitare.

Insomma, come dice quella famosa canzone: …mentre i bambini fanno ‘oh’i cretini fanno ‘boh’!


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