Gli errori di padre Cantalamessa nell’omelia del Venerdì Santo

Nell’omelia tenuta nel giorno del Venerdì Santo a San Pietro, padre Raniero Cantalamessa, parlando della pandemia, ha detto: “Se questi flagelli fossero castighi di Dio, non si spiegherebbe perché essi colpiscono ugualmente buoni e cattivi, e perché, di solito, sono i poveri a portarne le conseguenze maggiori”.

Non vogliamo adesso ricordare le ragioni teologiche che spiegano la possibilità che Dio possa castigare. A riguardo rimandiamo a ciò che abbiamo scritto (clicca qui).

Né tanto meno vogliamo soffermarci sul fatto se questa pandemia sia o meno un castigo di Dio. E’ ovvio che non si può dire con certezza che lo sia; ma nemmeno si può dire con certezza che non lo sia. Certamente è qualcosa che Dio sta permettendo. D’altronde basta una minima conoscenza teologica per capire e sapere che tutto ciò che accade è sempre permesso da Dio.

Detto ciò, è però bene soffermarsi sul passaggio di cui sopra: “Se questi flagelli fossero castighi di Dio, non si spiegherebbe perché essi colpiscono ugualmente buoni e cattivi, e perché, di solito, sono i poveri a portarne le conseguenze maggiori”.

Ebbene, queste parole mostrano tutta l’inconsistenza e la contraddizione in sé della tesi secondo la quale il Dio cristiano non possa castigare.

Prima di tutto va detto che san Tommaso sulla morte degli innocenti nei castighi parla chiaro: “L’ignoranza causa involontarietà. Ma talora la vendetta raggiunge anche chi è nell’ignoranza. Infatti i bambini dei Sodomiti, sebbene fossero nell’ignoranza invincibile, perirono insieme ai loro genitori, come si legge nella Scrittura. Parimenti per il peccato di Datan e di Abiron furono ingoiati anche i loro piccoli. Anzi, per il peccato degli Amaleciti, Dio comandò di uccidere persino gli animali bruti privi di ragione. Perciò la vendetta talora va esercitata anche contro le colpe involontarie.”. San Tommaso sottolinea, inoltre, che tutte le pene di questa vita, anche quelle degli innocenti, come i bambini, sono pene o conseguenze del peccato originale. Egli continua: “(…) secondo il giudizio di Dio i bambini sono puniti con le pene temporali assieme ai genitori, sia perché appartengono ad essi, e sia perché in loro Dio punisce i genitori. E infine anche perché questo ridonda a loro bene: perché se dovessero sopravvivere, sarebbero portati a imitare le colpe dei genitori, e quindi meriterebbero pene più gravi. La vendetta poi viene esercitata sugli animali e sulle altre creature prive di ragione, perché in tal modo ne vengano puniti i proprietari. E anche per incutere orrore del peccato”. (Summa, IIa-IIae, questione 108).

In una lettera a Filomena Fini, datata 25 luglio 1917, san Pio da Pietrelcina allude ad un figlio di lei, morto piccolino, e dice chiaramente che la morte dei bambini è permessa da Dio anche per salvare anime che, se vivessero di più, correrebbero il rischio di perdersi. Ecco cosa scrisse: “Non è necessario dirvi quanta pena mi arrecò la dipartita per il cielo di questo tenero bambino, che io amavo al pari dell’anima mia, ma mi rassegno ai voleri di Dio perché la felicità di quel bambino sarebbe stata assai contrastata se egli fosse vissuto” (Epistolario, III, p.810).

Ma veniamo alla contraddizione. Padre Cantalamessa, e molti insieme a lui, dicono che Dio non possa castigare e che nei casi di malattie, catastrofi o quant’altro Dio si limiterebbe a soffrire con l’uomo. Anche perché, come abbiamo già detto, Dio non può castigare perché nei castighi morirebbero anche gli innocenti. Ma come la mettiamo con un semplice interrogativo che potrebbe essere formulato da chiunque: Perché Dio, pur potendolo, permette comunque che nelle catastrofi, nelle epidemie e quant’altro muoiano anche degli innocenti? La risposta che danno teologi alla Cantalemessa è di tipo filosofico, nel senso che Dio ha creato la natura in un certo qual modo “libera” per cui Dio stesso non contraddice la “libertà” di questa stessa natura. Nell’omelia in questione padre Cantalamessa ha detto così: “Dio ha dato (…) alla natura una sorta di libertà, qualitativamente diversa, certo, da quella morale dell’uomo, ma pur sempre una forma di libertà. Libertà di evolversi secondo le sue leggi di sviluppo”. Il che filosoficamente è vero. Il Dio cristiano nella creazione ha fatto sì che vi fosse l’autonomia delle cosiddette cause seconde. L’occasionalismo di Malebranche o l’armonia prestabilita di Leibniz sono gravi errori filosofici. Essi, infatti, affermano che ogni cosa che accade, sarebbe di fatto per intervento di Dio e che le cause seconde altro non sarebbero che elementi illusori. Una cosa di questo tipo è affermata anche dalla teologia islamica.

Dunque, è vero che la natura ha una certa “libertà”, ma è pur vero che Dio è Signore della Natura ed è onnipotente.  Insomma, un conto è giustamente ammettere l’autonomia delle cause seconde, altro è affermare che Dio non castighi e si limiti a far fare il suo corso alla natura.

Questo (ed è qui la contraddizione) è davvero un modo per rendere Dio indifferente e perfino in un certo qual modo “cattivo”, incapace cioè di compatire la sofferenza umana. L’uomo, infatti, non agirebbe così. V’immaginereste i medici e gli infermieri che si stanno adoperando negli ospedali, rischiando la vita per salvare tanti ammalati, se pensassero: Ma chi me lo fa fare. Piuttosto è bene che la natura faccia il suo corso? E che dire della sofferenza di una povera mamma che ha perso un figlio? Le si potrebbe dire: Dio non è intervenuto perché è bene che la natura venga rispettata nella sua “libertà”.

Piuttosto il volto di Dio cambia con la Croce di Cristo. Ed ecco perché il Cristianesimo è l’unica religione che sa rispondere persuasivamente al mistero del dolore. Ma ci vuole la Croce come riscatto del peccato, come compensazione dell’ingiustizia. In questo modo si riconosce la sofferenza vicaria; e in essa gli innocenti che soffrono sono gli eroi scelti dalla Provvidenza per accompagnare Cristo nella sofferenza. Per “completare” nella propria carne le sofferenze di Cristo come dice san Paolo (Colossesi 1).

L’innocente che soffre diventa in un certo qual modo “icona” visibile della sofferenza di Cristo. E in questo la sua sofferenza acquista senso, valore, diventa un tesoro incommensurabile … e non un semplice esito inevitabile di una “natura che deve fare il suo corso”.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri 


Vuoi aiutarci a far conoscere quanto è bella la Verità Cattolica?

Print Friendly, PDF & Email
CONDIVIDI

9 Comments on "Gli errori di padre Cantalamessa nell’omelia del Venerdì Santo"

  1. Le solite stupidaggini del modernismo.

  2. Non sono assolutamente daccordo….le croci le hanno costruite gli uomini e non Dio. Gesù nel Vangelo di Gv 13,34 dice:” Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri.” Come ha amato Gesù? Dando la sua vita sulla croce, quella è l’espressione massima dell’amore di Dio per noi. Non ci ha detto statevi attenti a quello che fate altrimenti ti punisco…..non c’è una parte del Vangelo dove si parla di castighi…..Gesù è venuto per farci conoscere il volto del Padre che è amore e non un castigatore, a questo ha aggiunto molte parabole, tra cui anche quella del Figliol Prodigo, e parli di castigo? Bha…..

    • «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
      E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!». (Matteo 11,20-24)… a proposito del fatto che Gesù non parli di castighi. Tenga inoltre presente che questo non è l’unica citazione che si può estrapolare dai Vangeli. Cari auguri per la Santa Pasqua.

  3. Purtroppo non si riesce a sradicare la convinzione che Dio “Castiga”, si è ancora ingabbiati nelle leggi giuridiche, legaliste e rigoriste, ci si dimentica che Dio mom ha nulla a che fare con il male, sia esso morale che materiale, si dimentica il senso profondo della parabola del Padre Misericordioso del figliuol prodigo, mi sembra che siano ancora ingabbiati nella “Legge”, con tutto ciò che concerne.
    Allora, Dio non castiga ma prende atto delle scelte dell’uomo, per cui constata e non costituisce tali scelte.

  4. Non è Dio a castigare, ma sono i nostri peccati,che ci procurano il male. Da Dio può scaturire solo Bene,e nient’altro che Bene. Anzi Dio soffre insieme a noi, e prende su di sè le nostre colpe,come ha fatto morendo sulla croce. Se una persona poi sceglie il diavolo, Dio non può niente contro la sua volontà: la quale non accettando Dio, accetta il male con i relativi castighi. Castighi derivati dai peccati della persona,e non derivati da Dio che punisce gratuitamente. Dio ha compassione di chi si allontana da Lui,e fa di tutto per riavere chi si è perduto di nuovo vicino a sè. Grazie.

    • Lei dice giustamente che sono i nostri peccati a procurare il male. Ciò è vero. Ma perché? Perché tutto è sovrastato dalla giustizia di Dio. L’uomo è capace di autopunirsi? Questi argomenti ci sembrano dei “sofismi” per negare come in Dio ci sia infinita misericordia, ma anche infinita giustizia. Virtù apparentemente contrarie, ma non contraddittorie.

      • “Io sono venuto nel mondo come luce, perché chi crede in me non rimanga nelle tenebre. Chi ascolta le mie parole e non le mette in pratica, io non lo condanno. Infatti non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvarlo.Chi mi respinge e rifiuta le mie parole ha già un giudice: a condannarlo, nell’ultimo giorno, sarà proprio la parola che io ho annunziato.”(Dal Vangelo di Giovanni 12-46,48)

  5. Da quando in una circostanza simile ha citato john Lennon , Cantalamessa non si smentisce mai. È e sarà sempre il Predicatore DENTIFRICIO!

Leave a comment

Your email address will not be published.


*