In questi tempi di diffuso indifferentismo religioso una breve chiarificazione di alcuni termini non guasta. In particolar modo di due termini: fede e credenza.
Spesso si tende ad assimilarli, ritenendoli fondamentalmente sinonimi. In realtà nel linguaggio di tutti i giorni lo si potrebbe anche fare, ma non in una prospettiva correttamente teologica.
La fede è infatti una cosa, la credenza un’altra cosa. Dunque, un conto è la fede, altro la credenza. E guai a confondere.
La credenza è un atto soggettivo di adesione a qualcosa che viene annunciato. C’è una fonte esterna e si aderisce a questa fonte. Ma non è decisiva la valutazione della credibilità del contenuto e dell’autorevolezza della fonte.
La fede, invece, è sì un’accettazione di ciò che viene comunicato dall’esterno, ma in essa è decisivo il contributo dell’intelligenza che indaga sui contenuti oggettivi del contenuto da eventualmente accettare e che indaga anche sull’autorevolezza della fonte.
Nella credenza il contenuto e la fonte possono non essere decisivi; nella fede sì.
La definizione cattolica di fede non a caso è: assenso dell’intelletto alle verità rivelate.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il cammino dei Tre Sentieri
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