Rubrica a cura di Corrado Gnerre
Viaggiando ci si incanta per ciò che incontra il nostro sguardo. Meraviglie succedono a meraviglie. E nella loro diversità, s’incontra l’unità del Bello che dimostra come tutto ha bisogno di ricondursi all’unica Presenza. Quella stessa che ha fatto sì che esistesse tutto e che vuole che questo tutto possa essere orientato a Lui. Osservando, contemplando… e soprattutto incantandosi dinanzi alla Bellezza della natura o di ciò che l’uomo ha costruito, si capisce quanto sia giusto capirne il significato e poi lodare e ringraziare.
La costruzione della Grande Muraglia iniziò nel III secolo a.C e proseguì per secoli. L’intento era quello di difendere la Cina dall’invasione dei popoli del Nord. Si snoda per migliaia e migliaia di chilometri. Precisamente sono circa 10.000.
Una costruzione immensa. Inverosimile a pensarci.
Quanta fatica. Quanto ingegno. Quanta resistenza. Quanta perseveranza nell’adempiere un progetto la cui realizzazione ha occupato secoli e secoli.
Tutto questo perché? Per un motivo semplice: difendere ciò che si riteneva importante.
Soffrire, affaticarsi, ingegnarsi, perseverare, andare oltre certi limiti umani, per difendere la propria storia, i propri cari, le proprie radici. Per fare in modo che nulla possa essere cancellato. Che tutto ciò per cui si vive, non venga spazzato via.
Non illudiamoci: in questo caso solo un muro può servire.
Le parole possono non servire più. Men che meno i sogni e gli umani desideri.
Serve solo la durezza della materia. Servono la terra, la calce e le solide pietre.
Serve la carnalità di un’inverosimile fatica per difendere le radici della propria carne.
Dio è verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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