APOLOGETICA OSSERVANDO – Un pianto

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


La posizione dello sguardo, il privilegio dell’osservazione, il partire dal vedere e dal constatare è non solo la posizione più ragionevole, ma anche quella più intelligente. La parola “intelligenza” viene dal latino “intus-legit” che significa “leggere dentro”. L’intelligenza, pertanto, implica non una conoscenza superficiale ma una conoscenza dentro la realtà. Appunto: la realtà! L’intelligenza ha bisogno della realtà, non ne può fare a meno. Se la realtà non esistesse, non ci sarebbe modo di poter esercitare l’intelligenza, non ci sarebbe modo di essere intelligenti.


Il poeta inglese Robert Herrick (1591-1674) in Hesperides scrive: “Le lacrime sono il nobile linguaggio dell’occhio, e quando al vero amore mancano le parole, gli occhi parlano con le lacrime, mentre la lingua è muta.”

Viste al microscopio, si scopre che ogni lacrima è diversa dall’altra; a testimonianza del fatto che ogni sofferenza o ogni gioia è sempre unica.

Ma le lacrime, seppur diverse, sono comunque accumunate da una verità: la sensibilità a ciò che sta accadendo o a ciò che è accaduto o a ciò che accadrà.

Le lacrime possono essere di dolore, di tristezza, di rimorso, di gioia, ma esistono perché non è possibile rimanere indifferenti.

Quanto stolta è quella “soluzione” filosofica che indica nell’apatia la soluzione di ogni problema. A-patia, cioè capacità di non soffrire e rimanere imperturbabili dinanzi agli eventi. Quanto stolta e quanto antiumana!

Invece, la grandezza dell’uomo è proprio nel sintonizzarsi con l’accaduto, nel farsi commuovere, cioè nell’essere adeguatamente sensibile. Adeguatamente, perché anche l’animale in un certo qual modo reagisce a ciò che capita, ma si tratta di una reazione superficiale, appunto: non adeguata. La reazione adeguata è quando si è capaci di essere attenti a tutto il mistero di ciò che irrompe nella propria vita e farlo proprio.

La reazione adeguata è unicamente dell’uomo. Perché è solo dello spirito.

E poi, quando è necessario asciugare le lacrime, non lo si può fare ad una ad una, ma occorre sempre mescolarle… proprio perché esse, diverse sì, sono sempre segno di un’identica natura e …di un’identica grandezza.

Solo l’uomo può piangere e asciugare le sue lacrime… mescolandole.


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