L’uomo è l’unico essere sulla faccia della terra che cucina. Gli animali no, non lo fanno. Anche in questo l’uomo si distingue. Ciò è il segno che all’uomo non basta solo assaporare, bensì ricerca l’affinamento, cioè il miglioramento del sapore. L’uomo coglie il piacere del gusto e desidera ancor più intensificarlo. E’ l’esito del suo essere collocato in un orientamento in cui tutto concorre per il raggiungimento di un fine attraverso singole tappe. Insomma, un orientamento che è itinerario, dove ogni passo deve essere progressione verso un vero che sia sempre più Vero, un buono che sia sempre più Buono ed un bello che sia sempre più Bello.
La rosa ha le spine, ma è bella. E così è opportuno rischiare di essere punti quando la si coglie, perché c’è una bellezza che attende e che deve essere donata a qualcuno.
Anche il carciofo diventa difficile prenderlo. Ci si può far male. Le foglie esterne sono dure e pungenti. Ma -diciamolo francamente- è tutt’altro che bello; tant’è che esiste un’espressione idiomatica per indicare chi si veste male: …sembri un carciofo! Ma il carciofo è buono e così conviene anche per esso faticare per coglierlo.
D’altronde è così: ci può essere tanta bontà che può essere nascosta; nascosta addirittura dalla durezza. Anzi, la durezza alcune volte può essere necessaria se è capace di far trasparire comunque l’amore.
Ci sono situazioni in cui rimproverare è doveroso.
Ci sono situazioni in cui condannare è doveroso.
Ci sono situazioni in cui castigare è doveroso.
Ma tutto deve essere fatto per il bene e con amore.
Quando si gustano i carciofi, s’incontra un sapore, una tenerezza e una bontà che è difficile immaginare possa venir fuori da tanta durezza e spinosità.
Perché sorga il sole, c’è bisogno che la notte si faccia più nera.
Perché ritorni il sole a riscaldare, c’è bisogno che la notte si faccia più fredda.
Perché si gusti la tenerezza saporosa di un carciofo, c’è bisogno che s’incontri la durezza e la spinosità per prepararlo.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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