Il popolo è ben altra cosa rispetto alla massa. La massa è qualcosa d’informe, che, pertanto, si lascia facilmente plasmare. Il popolo no. Esso ha una sua identità, una sua storia, delle radici. Ha un vissuto che gli permette di giudicare con buon senso il reale. E questo lo conforta di un’eredità: la saggezza. Certo, i popoli non sono uguali; perché le culture non sono uguali. C’è chi ha conquistato il Vero. Chi lo ha atteso. Chi lo ha rifiutato. Chi se ne è allontanato. Ma al di là di questo, ciò che è di natura percepisce il senso delle cose e il mistero del vivere. E, proprio perché Dio ha fatto sì che la natura fosse predisposta all’accoglienza della Grazia, non c’è buon senso popolare che non manifesta questo desiderio; al di là di ciò che la Storia dei singoli popoli partorisce. Ecco perché si può capire l’unicità e la bellezza della Verità Cattolica anche attraverso il buon senso di tutti i popoli.
Il ridere è la contentezza. Il ridere è la gioia. Il ridere è la letizia.
Certo, un riso controllato e mai sguaiato; ma il ridere richiama ad una condizione della vita e del proprio essere.
Il Cristianesimo afferma che bisogna sempre conservare la gioia e mai profondamente turbarsi. E’ vero, ci sono momenti difficili, momenti in cui l’angoscia prende e sembra completamente paralizzare facendo vedere tutto “nero”…ma il cristiano anche in questi momenti deve saper conservare la letizia del cuore.
D’altronde la felicità che ci è data, qui sulla terra, non è alternativa alla sofferenza, la quale è ineliminabile, bensì alla disperazione. Qualsiasi cosa Dio permetta nella nostra vita, è sempre e comunque sotto il suo controllo. E questo, proprio questo, deve farci stare tranquilli.
Il proverbio dice il ridere è talmente importante che bisogna trovare il tempo per poterlo fare, quasi a dire che il ridere non è mai una perdita di tempo. E poi aggiunge che il motivo ta nel fatto che il ridere è la “musica dell’anima”. Espressione puntuale. L’anima, infatti, vola nella gioia. L’anima canta nella gioia. L’anima suona nella gioia. E questa gioia la rende anche attraente. San Francesco di Sales giustamente diceva: un santo triste è un triste santo. E’ proprio così. Non c’è melodia più bella della letizia.
Quella letizia che sta lì, nel profondo, anche se la burrasca dovesse avvolgere tutto. Come le acque profonde dell’oceano: sopra la tempesta, ma nel profondo la calma.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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