AVVENTO: Al termine del pellegrinaggio…

di Maria Bigazzi


Il cammino dell’Avvento sta per terminare e come ogni pellegrino vicino alla mèta, si sente la gioia di arrivare, ma si ripensa anche alla strada percorsa, alla fatica e alle sofferenze incontrate.

Una volta giunti al grande giorno, si viene immersi da quella gioia e luce che riempiono il cuore, un cuore che dentro nasconde anche le tante prove della vita che trovano senso solo in Cristo.

Immaginiamo di recarci anche noi nella grotta di Bethlehem, e lo facciamo realmente andando alla Messa, dove Dio si incarna nelle mani del sacerdote e viene in mezzo a noi proprio come nel giorno della sua nascita. Là troveremo Maria Santissima, sempre accanto al Figlio, e san Giuseppe, quell’Uomo giusto e virtuoso che Dio volle accanto alla Vergine Maria per cooperare alla Redenzione del genere umano.

La stanchezza del viaggio della vita si fa sentire, ma entrando in quella grotta comprendiamo che non dobbiamo temere nulla, perché Dio è con noi. Quale Dio, se non l’unico e vero, può farsi uomo, mandando il Suo Figlio Unigenito per la nostra salvezza, rimanendo in mezzo a noi con il Sacramento dell’Eucaristia, fornendoci tutti gli strumenti e la Sua grazia per santificarci e prendere parte un giorno, quando sarà la nostra ora, alla gloria del Paradiso?

È proprio di fronte a Gesù Bambino che il cuore, agitato e tormentato, trova il luogo dove riposare: in quella culla di legno dove è adagiato il Re dei Re, che racchiude in sé tutte le sofferenze, i dolori e il freddo, il cuore dell’uomo incontra Dio e quel Cuore Sacratissimo del Figlio che sul legno della Croce verrà trafitto facendo uscire fino all’ultima goccia di Sangue per la nostra salvezza.

Ma vedere Gesù, bambino e indifeso, che fin dalla nascita soffre per noi, ci ricorda la moltitudine dei nostri peccati e le amarezze che contristano il Suo Cuore, assieme all’importanza di convertire il nostro, ritornando ai Sacramenti e accogliere così in noi Dio e il Suo Amore.

Il Natale ci richiama alla Verità, a cambiare davvero, a impegnarci giorno dopo giorno a vivere la nostra vocazione secondo la volontà di Dio, sull’esempio della Vergine Maria e di san Giuseppe, i primi ad accogliere Gesù con pieno abbandono.

Arrivati in un luogo dopo tanta attesa, non si parte mai senza un ricordo nel cuore. Prostrati davanti al Signore che adoriamo, chiediamogli con cuore sincero di aiutarci a cambiare e a raccogliere la vera gioia che viene da Lui.

Ci aiuti a prepararci in questi ultimi giorni, una preghiera di sant’Alberto Magno: “Signore Gesù Cristo, fammi cambiare vita, perché il seme della tua Parola non divenga cibo per gli uccelli della vanagloria o venga calpestato sulla strada dell’abitudine, né rinsecchisca tra le pietre della durezza e dell’ostinazione, o rimanga soffocato tra le spine delle preoccupazioni quotidiane. Possa invece cadere nel terreno buono, anzi ottimo, quello di un cuore umile, paziente e gioioso per produrre, nella perseveranza, un frutto abbondante. Amen”.


Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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