BORRACCIA – 7 luglio

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari “sorsi”  sono i punti della meditazione.


L’ACQUA

(…) un centurione prega Gesù e gli dice: ‘Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente.’ Questo è proprio un nuovo miracolo: il servo dalle membra paralizzate conduce il suo padrone al Signore; la malattia dello schiavo rende la salute al suo padrone.
(Basilio di Seleucia – Discorsi, 19)

I SORSI

1

Cari pellegrini, pensiamo a quel nobile e laborioso insetto qual è l’ape. Fa cose bellissime (la cera) e utilissime (il miele, la propoli, la pappa reale…). Vedere un alveare è stupirsi di un ordine che sorprenderebbe anche la più sofisticata ingegneria: le cellette tutte uguali e perfettamente incastonate tra loro in un’originalissima forma.

2

Ma c’è qualcosa nel mondo delle api che colpisce ancora di più. E’ qualcosa su cui oggi non si riflette abbastanza, anche perché poco confacente alla mentalità individualista del nostro tempo. Nel mondo delle api non c’è solo una gerarchia molto accentuata, ma anche una capacità di immolarsi affinché si conservi l’autorità, perché, senza di questa, la comunità svanirebbe. L’autorità è l’Ape Regina. Se questa muore, l’alveare è finito.

3

Precisazione inutile ma che facciamo comunque: è evidente che ciò che avviene nel mondo delle api, avviene senza scelta né consapevolezza: siamo nel mondo animale. Si tratta -come abbiamo già avuto modo di dire- di quei “segni” che la Provvidenza ha inserito nella natura, affinché, osservandola, se ne possano trarre insegnamenti.

4

Basilio di Seleucia fu un vescovo del V secolo. Questi, commentando l’episodio evangelico della guarigione del Centurione, pone in evidenza più che il miracolo in sé, un altro fatto su cui poco si riflette.

5

A far sì che il centurione andasse dal Signore e lo riconoscesse come “colui che può tutto” fu il suo servo.

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Basilio viene talmente colpito da questo fatto che addirittura lo definisce come un “nuovo miracolo”, cioè una sorta di “miracolo nel miracolo”.

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Ci sono, infatti, piccole circostanze che possono spingere a riconoscere ciò che davvero conta nella vita, a far sì, cioè, che l’uomo apra il suo cuore alla “sostanza del reale”.

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Cos’è questa “sostanza del reale”? Cosa significa? La “sostanza del reale” è ciò che dà fondamento allo stesso, il suo vero significato, ciò senza del quale nulla è comprensibile.

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Il Centurione sarebbe rimasto a casa tranquillo. Avrebbe continuato a fare le sue cose: dare ordini ai suoi sottomessi, adempiere agli incarichi ricevuti. E invece un fatto gli cambia la vita: l’aggravamento del servo a cui era affezionato lo muove alla ricerca di una soluzione che nessun altro gli può dare.

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Per quello che cerca non c’è collega, né documento, né ordine militare, né disposizione governativa che possa aiutarlo. Occorre Dio.

11

E’ questa, cari pellegrini, la nostra condizione. Arrivano dei momenti in cui ci accorgiamo che tutto ci è insufficiente. Eppure stoltamente credevamo che quell’insufficienza potesse riempirci le giornate.

12

Torniamo all’immagine da cui siamo partiti. Se non fosse per la piccola ape, la Regina dell’alveare potrebbe morire, essere attaccata, rimanere senza alcuna protezione, perdere la vita; e invece è proprio la piccola ape che conserva la vita alla Regina. Così fu per il Centurione del Vangelo, il servo fu per lui come la piccola ape per la Regina: l’occasione prossima per potersi salvare. Ciò che sembrava debole (un servo) diventò l’occasione per acquisire ancora più forza e più “potere” (incontrare il Salvatore).

Al Signore Gesù

Signore Gesù, io ho bisogno solo di Te.

Come quel centurione ti dico: “Io non son degno che Tu entri nella mia casa, ma dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito.”

Signore, non guardare la mia meschinità, la mia povertà; io so che solo Tu puoi risolvere la mia vita.

Alla Regina dello Splendore

Madre, Tu hai sempre avuto coscienza della grandezza incommensurabile del tuo Divin Figlio.

Vengo alla tua “scuola” così me ne parli.

Io so che più mi stringo a Te e più mi stringo a Lui, perché dove sei Tu, c’è Lui… e, senza di Te, non potrò mai arrivare a Lui.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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