BORRACCIA – 21 settembre

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

A nessun malato viene mai rifiutata la vittoria della Croce e non c’è nessuno che non trovi aiuto nella preghiera di Cristo; se essa ha giovato ai suoi numerosi carnefici, quanto più aiuterà coloro che si volgono a Lui.

(San Leone Magno – Discorso 15 sulla Passione del Signore)

I SORSI

1

Cari pellegrini, coloro che fanno un grande sforzo, come per esempio i maratoneti, una volta arrivati al traguardo, non possono completamente fermarsi. Devono continuare a muoversi. Se è possibile, devono perfino continuare lentamente a correre, altrimenti i muscoli potrebbero danneggiarsi. L’organismo, infatti, deve a poco-poco riabituarsi a stare fermo. Insomma, in un certo qual modo possiamo dire che dopo una maratona bisogna “curare” la corsa continuando a “correre”.

2

Nell’acqua di questa borraccia san Leone Magno ci dice una cosa importante: “A nessun malato viene rifiutata la vittoria della Croce…”. Attenzione, san Leone non dice la vittoria sulla Croce, ma della Croce.

3

Facciamo qualche breve riflessione sul punto. Gesù dice chiaramente di non essere venuto ad eliminare la Croce, bensì a conferirle un Significato: “Se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.” (Luca 9,23). Rinnegare se stessi: via purgativa. Prendere la Croce: via illuminativa. Seguire Gesù sul Calvario: via unitiva.

4

Il Cristianesimo ci dice che la felicità possibile in questa vita non è alternativa alla sofferenza, bensì alla disperazione. Il Signore occasionalmente può anche alleviare la nostra vita e risolverci singole croci, ma non ci toglie la Croce. Cioè non ci toglie ciò che ci rende davvero suoi seguaci e suoi imitatori.

5

Senza la Croce non si va da nessuna parte. Bisogna diffidare di tutti quei “maestri” di spiritualità cristiana o di tutti quei “teologi” che parlano di un Cristianesimo senza la Croce o con la Croce messa ai margini. Così come succede nelle chiese attuali e con gli altari della riforma liturgica dove l’inopportuna e neoprotestante sottolineatura della dimensione conviviale ha rimosso di fatto il Sacrificio e il Calvario.

6

Ma allora -si potrebbe obiettare- il Cristianesimo è solo una sconfitta? E’ quasi una sorta di ricerca masochistica del dolore e della sofferenza? E’ un giocare a perdere? Tutt’altro.

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San Leone Magno ci parla sì di Croce, ma di vittoria della Croce.

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La Croce è strumento di vittoria, non di sconfitta.

9

La Croce è pegno di felicità, non di sofferenza.

10

La Croce è chiave di realizzazione, non di fallimento.

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Ad una condizione però: che non la rinneghiamo, che non vediamo l’ora di liberarcene… come il maratoneta, il quale, anche se è nella sua libertà non può più correre perché arrivato al traguardo, continua a tenere attivi i suoi muscoli perché non si danneggino per una nuova, prossima, impresa.

Al Signore Gesù

Signore, che io abbracci sempre la Croce che mi doni.

Che la baci ogni qual volta mi si presentasse dinanzi.

Questa è la grazia che ti chiedo; e questo mi basta.

Alla Regina dello Splendore

Madre, quando il Signore ti incontrò, salendo il Calvario, nel guardarti trovò nuova energia per portare la Croce fin lassù.

Madre, stammi sempre a fianco, affinché anch’io possa vincere me stesso, le mie debolezze, le mie angosce, con la Croce del tuo Divin Figlio.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.


Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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