Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.
L’ACQUA
Non vi affannate e non dite: ‘Che cosa mangeremo?’ o: ‘Che cosa berremo?…Di tutto questo si preoccupano i pagani’.
(Matteo 6)
I SORSI
- Cari pellegrini, passando in un campo, ci colpisce un’immagine. Un contadino con calma, attenzione e con movimenti costanti sta spargendo il seme sul terreno arato. Se riflettiamo, si tratta di un gesto di speranza” e di “attesa. Movimenti sicuri, costanti, attenti; ma orientati verso un futuro che non sarà molto di là del tempo.
- Dicevamo: movimenti di speranza e di attesa. Di speranza, perché se non ci sarà pioggia, quei semi non fruttificheranno. Eppure il contadino lavora affidandosi ai corsi della natura: alla stagione secca seguirà quella umida e i frutti nasceranno. Di attesa, perché si tratta di un lavoro orientato verso risultati che ancora non sono, ma che verranno; anche se non verranno immediatamente.
- Simili gesti sono presenti anche nel mondo animale, ma con una differenza di non poco conto. Tra gli animali la speranza e l’attesa non sono vissuti nella consapevolezza e il tutto avviene istintivamente. Nell’uomo no. Situazioni di questo tipo sono pensate e volute e, proprio perché pensate e volute, sono esistenzialmente vissute. L’uomo ha in sé la capacità di governare il tempo, pur subendolo. Lo subisce perché il tempo trascorre senza che lo si possa arrestare; ma, anche se lo subisce, l’uomo lo può volontariamente governare; proprio con la speranza e l’attesa.
- L’acqua di questa borraccia è costituita da parole in cui Gesù chiaramente invita a governare il tempo e lo fa dicendo di affidarci (la speranza) per ottenere ciò di cui abbiamo bisogno (l’attesa): “Non vi affannate e non dite: ‘Che cosa mangeremo?’ o: ‘Che cosa berremo?…Di tutto questo si preoccupano i pagani’.”
- Mentre il contadino dell’immagine da cui siamo partiti compie il suo lavoro affidandosi al ciclo della natura, al cristiano viene chiesto di agire affidandosi a qualcosa, anzi a Qualcuno che è molto di più: Dio stesso, che non verrà mai meno alle sue promesse.
- Vivere diversamente sarebbe da pagani. Quelli “antichi” e quelli “di oggi”, infatti, non possono affidarsi a Dio. I primi perché avevano del divino una concezione secondo cui gli dèi si servissero violentemente dell’uomo, i secondi perché vivono come se Dio non ci fosse. E, così facendo, diventano “vittime” e “burattini” dell’impietosità del Tempo.
- A noi cristiani, invece, viene offerto un destino enormemente superiore, imparagonabile in nobiltà rispetto alla bassezza del paganesimo antico e moderno: la capacità di scegliere Dio, affidarsi a Lui e così poter governare e orientare il Tempo.
Al Signore Gesù
- Signore, Tu non vuoi che la mia vita sia all’insegna della preoccupazione.
- Certo, devo occuparmi delle cose, ma non posso preoccuparmene.
- La mia vita deve essere nella Tua pace; e anche se il mio temperamento mi spinge diversamente, devo vivere così come Tu vuoi che io viva.
- Signore, Tu mi dici anche che non devo preoccuparmi del futuro.
- E allora io pongo il mio futuro nelle tue mani: gestiscilo Tu, organizzalo Tu.
- Da adesso in poi, senza agitarmi, voglio vivere solo della tua volontà e secondo la tua volontà.
Alla Regina dello Splendore
- Madre, t’imploro: fa che non possa affannarmi e che possa porre il mio futuro nelle mani del tuo Divin Figlio.
- Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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