BORRACCIA – 1 gennaio

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

“Ti preghiamo di sentire l’intercessione di Colei per mezzo della quale abbiamo ricevuto l’autore della vita”

(Orazione della Messa dell’Ottava di Natale)

I SORSI

1

Cari pellegrini, immaginiamo di essere dinanzi ad uno spettacolo di acrobrazia. Il protagonista fa movimenti che sembrano impossibili per un corpo umano; eppure li fa. Tutto questo ci procura meraviglia. Eppure l’acrobata non sta facendo altro che portare all’estremo ciò che un corpo umano possa fare. Non stravolge le leggi della natura; è come se le governasse.

2

L’acqua di questa borraccia ricorda una verità paradossale e bellissima: l’Immacolata ha donato la vita a Colui che è l’autore della Vita. Da ciò la necessità di rivolgerci a Lei, in quanto è proprio qui la sua enorme “potenza”: “Ti preghiamo di sentire l’intercessione di Colei per mezzo della quale abbiamo ricevuto l’autore della vita”.

3

Spesso si crede -ma a torto- che il paradosso sia una contraddizione del vero, cioè del reale. No. Il paradosso è una tale esasperazione del reale, che esso (il paradosso), pur manifestandosi nello straordinario, fa capire quelle che sono le estreme conseguenze di ciò che è vero, giusto, buono e bello.

4

Domanda: perché Dio si è incarnato e quindi ha reso possibile che una creatura umana (la Vergine Maria) potesse divenire realmente Madre sua? Risposta: il suo infinito amore.

5

Un amore, quello di Dio, che trova il fondamento nella ragione delle cose. Infatti Dio (la ragione lo dimostra ampiamente) non può che essere infinito amore. Ora, questo infinito amore non può andare contro la ragione, ma può certamente andare oltre la ragione. Ecco il senso del paradosso.

6

Da un punto di vista concreto che cosa può insegnare la costitutività del “paradosso” nella vita cristiana? La risposta è molto semplice: l’evidenza che con Dio e con l’intercessione di Sua Madre si può tutto.

7

Si “può tutto” non nel senso letterale dell’espressione (solo Dio è onnipotente), ma si possono certamente risolvere e superare alcuni limiti personali che sono di ostacolo alla perfezione.

8

I Santi lo dimostrano ampiamente.

9

I Santi sanno negare se stessi.

10

I Santi arrivano a lavorare così bene sul proprio temperamento, da passare alla storia con caratteristiche diverse da quelle che in natura hanno.

11

Si dice che san Francesco d’Assisi fosse di temperamento melanconico. E’ divenuto il Santo della letizia.

12

Si dice che san Francesco di Sales avesse un temperamento irascibile. E’ divenuto il Santo della dolcezza.

14

E di esempi se ne potrebbero fare tantissimi.

15

Oscar Wilde (1854-1900) scrive ne Il ritratto di Dorian Gray: “La via del paradosso è la via della Verità. Per mettere alla prova la Realtà bisogna farla camminare sul filo teso. Possiamo giudicare la Realtà solo quando fa acrobazie”. Indipendentemente dalle idee, senz’altro discutibili, dello scrittore irlandese, queste parole esprimo una verità, ovvero che il paradosso è la via della Verità.

16

Il paradosso è quell’ “acrobazia” che dimostra (chiediamo scusa del gioco di parole) quanto la Verità sia vera.

17

Come i movimenti stupefacenti di un acrobata, che non negano la forza di gravità, bensì la governano confermandola.

Al Signore Gesù

Signore, mi limito a ripetere ciò che è scritto nell’acqua di questa borraccia: fa che mi rivolga sempre a Tua Madre, perché Ella mi ha donato Te: unica ragione del mio esistere!

Alla Regina dello Splendore

Madre, donandomi l’autore della vita, mi hai generato alla Vita vera, che è la Vita di Grazia.

Voglio essere sempre accanto a Te, per non perdere mai questa Vita.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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