L’essere veramente uomo si misura con la capacità di rimanere fedele, costi quel che costi, alla vocazione che il Signore ha affidato. Seguire i capricci del momento, vuol dire ridursi a “canna sbattuta dal vento” come dice Gesù (Matteo 11) piuttosto al dovere di essere “quercia”. La quercia rimane ben salda malgrado le tempeste di vento.
Ma perché ciò possa avvenire, occorre capire di non poter fidare solo sulle proprie forze, bensì invocare continuamente l’aiuto di Dio e vivificarsi della sua Grazia.
Ed ecco perché la modernità e il suo prosieguo (la postmodernità) non hanno potuto che generare un modello di uomo sempre più debole, umorale, pavido, incapace a sacrificarsi per l’Ideale a cui è stato chiamato. D’altronde non poteva essere diversamente. La riduzione dell’uomo a corpo (materialismo), a storia (storicismo), ad irrazionali mozioni inconsce (psicoanalisi), ad esito di relazioni sociali e culturali (strutturalismo) hanno fatto sì che l’uomo diventasse sempre più l’ombra di se stesso.
Scrive Ermanno Landi nel suo Il Segno della carne (Firenze 1959): “Forse qualche volta hai ammirato qualcuno perché veniva ritenuto un don Giovanni. Quante donne ha avuto tra le sue braccia! Quante belle ragazze ha fatto disperare col suo fascino, mentre lui, felice e tranquillo, passava d’avventura in avventura! Forse molte volte hai invidiato tali uomini; ma non ti accorgi che essi hanno la grave infelicità di non sapere amare? Quante volte si confonde l’uomo stupidamente galante e donnaiolo col cavaliere! E invece, proprio uno dei comandamenti della cavalleria medioevale suonava così: ‘Esto vir. – Sii uomo’. E sii uomo significa: fai quello che devi fare con tutto te stesso; sii uomo significa: impegnati veramente e seriamente nella vita e nell’amore”.
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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