Il Catechismo di San Pio X commentato per voi (n.27)

(A cura di Pierfrancesco Nardini)

Per vivere secondo Dio che cosa dobbiamo fare? Per vivere secondo Dio dobbiamo credere le verità rivelate da Lui, e osservare i suoi comandamenti, con l’aiuto della sua grazia, che si ottiene mediante i sacramenti e l’orazione

“Vivere secondo” è espressione che significa “vivere in modo conforme a” qualcuno o a qualcosa, “nel modo richiesto o voluto da” (v. Treccani online).

San Pio X ci dice, quindi, che per vivere in modo conforme a Dio, nel modo da Lui voluto si devono fare due cose: credere le verità rivelate e osservare i Suoi Comandamenti.

Questa è probabilmente una delle regole più semplici e facili da comprendere del Catechismo in commento.

Nello stesso tempo, come osserva il Dragone, «questa risposta è il compendio di tutto il Catechismo e della dottrina cattolica».

Una specifica che, ai suoi tempi, il santo di Riese non aveva bisogno di fare era l’aggiunta degli aggettivi “tutte” e “tutti” (credere tutte le verità rivelate ed osservare tutti i Suoi Comandamenti).

Ai nostri giorni, purtroppo, sempre più spesso troviamo chi pensa sia normale o, addirittura, ritiene di poter volontariamente non credere una delle verità che compongono la Rivelazione e non seguire uno o più Comandamenti. Lo dimostra il fatto che c’è chi dice che la Confessione non serva (“parlo direttamente con Dio”), chi dice che a Messa non sia obbligatorio andare, chi dice che i miracoli non siano realmente avvenuti, chi pensa che Gesù non abbia davvero condannato il divorzio ed insegnato la realtà dell’Inferno, e si potrebbe continuare a lungo. In sostanza, c’è chi si crea un cristianesimo ad personam, come più gli aggrada…

Molti Papi, anche postconciliari, hanno ricordato che non credere anche ad una sola verità non fa essere cattolici.

“Vivere secondo Dio” ha come lieta conseguenza il Paradiso. Per questo Cristo, alla domanda su cosa fare per ottenere la vita eterna, risponde «osserva i comandamenti» (Mt 19, 17). Il Sales nel commento a questo passo chiarisce che Gesù sta sottintendendo che «è necessario fare la sua volontà manifestata nel Decalogo». Per andare in Paradiso dobbiamo credere alle verità rivelate e osservare i Comandamenti divini.

Per vivere secondo Dio quindi si deve fare la Sua volontà che è chiaramente quella di veder rispettata (tutta) la Sua Legge e credute (tutte) le verità rivelate. È il buon senso a dircelo: se così non fosse, Dio avrebbe dato Comandamenti e verità senza volerli rispettati e credute?

Per poter fare questo però dobbiamo conoscere quali sono le verità e i Comandamenti.

Questo può sembrare qualcosa di scontato, ma, ahinoi, non lo è assolutamente.

Viviamo tempi in cui l’ “analfabetismo cattolico” è davvero molto esteso. Anche questo è facilmente riscontrabile: capita troppo spesso di parlare con chi non conosce qualche elemento della dottrina cattolica.

Come spesso si ripete, è difficile riuscire ad essere cattolici senza sapere cosa voglia dire esserlo e, se non si conoscono le basi della nostra fede (verità rivelate e Comandamenti): come faccio ad essere di una determinata corrente politica se non conosco le idee alla sua base? Così, come faccio ad essere cattolico se non so cosa fare e credere per esserlo?

Come si fa a sapere cosa fare e credere per essere cattolici? Sarebbe sufficiente leggere il Catechismo in commento per avere una buona conoscenza basilare.

Troviamo quel che serve nella S. Scrittura, nella Tradizione, nel Credo, nel Magistero.

Quel che molti non sanno è che il cattolico non ha solo il diritto e la necessità (per la salvezza) di conoscere la dottrina alla base della propria fede, ma ha un vero e proprio obbligo di conoscerla. Questo è confermato anche dall’attuale Codice di diritto canonico (i fedeli «…sono tenuti all’obbligo e hanno il diritto di acquisire la conoscenza di tale dottrina, in modo adeguato alla capacità e alla condizione di ciascuno» CAN. 229).

Questo vuol dire che tutti dobbiamo impegnarci, secondo le nostre rispettive capacità e condizioni, a conoscere la nostra fede, tramite gli strumenti su indicati.

Non possiamo esimerci da questo semplicemente con la scusa della difficoltà di alcuni concetti: la maggior parte delle verità insegnate sono di facile comprensione (la difficoltà di comprendere appieno alcuni misteri è pari per ogni singolo uomo, Papa o semplice fedele). Ci sono poi opere, come il Catechismo in oggetto, che facilitano al massimo l’acquisizione di conoscenze, anche per la sua forma di domanda e risposta.

È chiaro, come San Pio X, chiarisce che dobbiamo sempre chiedere l’aiuto della grazia di Dio, senza la quale nulla possiamo fare o quasi, soprattutto «di bene soprannaturale, né credere, né compiere le opere della carità» (Dragone).

Gesù, come la vite con i tralci, ci comunica la vita ed anche la forza e la possibilità di compiere alcune azioni e opere necessarie per la nostra salvezza (vedremo, ad esempio, la differenza tra virtù naturali e soprannaturali).

Il modo che l’uomo ha per ottenere la grazia è quella di passare attraverso i sacramenti che sono detti “mezzi produttivi della grazia” (cfr. Dragone) e la preghiera (“mezzo impetrativo della grazia”, cfr. Dragone).

Non dimentichiamo mai la risposta di questo numero. È infatti il vademecum sintetico e utilissimo per ricordare ogni giorno della nostra vita cosa fare per vincere la battaglia col nemico e conquistare il premio della vita eterna.

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