BELLEZZA DEL TEMPO – Mese del Rosario: Il Rosario come fondamento della vita di preghiera

di Pierfrancesco Nardini

“Quale mistero del Rosario ti piace più recitare?”. Cosa rispondere ad una domanda così?

Si comprende che l’animo umano porta a fare delle preferenze ed è anche possibile, a tempo perso e a livello di semplice parlare, cimentarsi in una tale risposta. Si deve essere però davvero consapevoli che si sta facendo solo un gioco e non si deve esprimere davvero una preferenza. Soprattutto non porti poi a recitare sempre e solo un mistero o molto più spesso degli altri.

A stare al gioco chi scrive da sempre ha un senso di profonda intensità con i misteri gaudiosi. Un sacerdote, come molti santi e importanti teologi, una volta disse di meditare spesso sui misteri dolorosi per permetterci di comprendere bene l’amore di Dio per noi. Ognuno può dire la sua.

Se pensiamo che “recitare il Rosario”, a voler essere precisi, significa recitare tutti i misteri e quindi tutti i misteri sono egualmente importanti, dato che ognuno fa meditare su un episodio importantissimo della vita di Gesù e di Maria.

Si sa che San Pio da Pietrelcina ne recitava tantissimi al giorno e sicuramente non si limitava ai misteri del giorno. Questo perché, spiegava, il Rosario è l’arma più forte contro il demonio e per stare sempre vicino a Gesù e Maria.

Si aggiunge anche che questa preghiera è fonte di conoscenza e approfondimento della nostra fede. Recitandolo spesso infatti non solo si memorizzano gli episodi del Vangelo, ma meditandoci (magari leggendo un commento fatto bene) ci si addentra anche nella maggior comprensione.

Il famoso vescovo americano Fulton J.Sheen diceva: “Se volete convertire qualcuno, insegnategli il Rosario”.

Poche parole -queste- che esprimono una sacrosanta verità!


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