Sacerdozio cattolico. Non abbiamo la quantità …e nemmeno la qualità!

Altre notizie sulla questione della pedofilia e degli abusi sessuali da parte di sacerdoti. L’ultimo riguarda il Centro “Don Orione” di Napoli.

E’ vero che questa piaga è presente in tutti gli ambienti, ma -siamo sinceri- ci sono degli ambienti in cui certe depravazioni scandalizzano oggettivamente di più, come appunto è quello del sacerdozio cattolico.

Sul punto manca però un’analisi appropriata. I casi cosiddetti di “pedofilia” nel clero sono per larghissima parte casi di efebofilia, cioè vengono fuori da tendenze omosessuali.

Non che l’omosessualità non possa anche condurre alla pedofilia tout-court, tutt’altro. E’ stimato che la stragrande maggioranza di casi di pedofilia alberghino soprattutto negli ambienti omosessuali; e per una ragione ben precisa, perché, una volta fatto fuori il criterio naturale della sessualità, è sdoganabile tutto, in quanto il criterio stesso dal dato razionale e naturale passa facilmente a quello puramente istintivo e del desiderio individuale.

Ma -dicevamo- i casi dinanzi ai quali la Chiesa deve interrogarsi sono prevalentemente casi di efebofilia, quindi di omosessualità.

Ebbene, è sotto gli occhi di tutti (anzi: era già sotto gli occhi di tutti) il dilagare dell’omosessualità nei seminari e quindi nel clero.

I rettori dei seminari che hanno cercato di fare adeguato filtro e respinto in tal senso, molto spesso sono venuti a sapere che chi era stato da loro respinto era poi riuscito a farsi ordinare sacerdote in altre diocesi.

Gran parte dell’entusiasmo postconciliare ha dovuto confrontarsi con il triste dato degli abbandoni del sacerdozio e con la crisi delle vocazioni, ma il tutto veniva addolcito con lo slogan: meglio la qualità che la quantità! E cioè: abbiamo perso la quantità, ma ne abbiamo guadagnato di qualità!

Verrebbe da pensare alle …ultime parole famose, con relativa sfumata di immagine cinematografica di fantozziana memoria : se è questa la qualità?

Insomma, abbiamo perso tanto la quantità che la qualità! E per un motivo ben preciso: perché si è persa la Fede.

Il punto è proprio questo: la Fede …e nient’altro che la Fede. La Fede nel Cristianesimo tutt’intero.

La Fede che ti fa capire che questa vita è solo un passaggio per guadagnarti qualcosa di più grande. E che alla fine di tutto ti attende il giudizio di Dio …che non è una barzelletta!

La Fede vera che ti aiuta ad accettare qualsiasi sacrificio. Che ti fa vincere te stesso. Che ti fa fare quella santa violenza su tu te stesso, che è poi la più difficile a farsi: “Il Regno dei Cieli patisce violenza, e solo i violenti potranno ereditarlo”. (Matteo 11)

Ma quando invece tutto è appiattito. Quando Cristo e la sua Verità (che è quella Cattolica!) viene trasformata in una sorta di optional, per cui ci sta o non ci sta alla fine è la stessa cosa. Quando ogni strada è buona se percorsa con sincerità. Quando non c’è un più un criterio metafisico e oggettivo di distinzione del vero, ma tutto è immanentizzato nel vissuto e nel personale; insomma quando alla fine del Cristianesimo non rimane più nulla, allora perché un giovane dovrebbe desiderare di farsi sacerdote di Cristo?

Se Cristo non c’è più, perché essere sacerdote di Cristo?

E allora l’elemento di attrazione può essere altro. Ed è proprio questo “altro” che è divenuto il castigo più terribile di questa “chiesa”. Attenzione: non della Chiesa …ma di questa “chiesa” che ha tradito la Verità.

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1 Comment on "Sacerdozio cattolico. Non abbiamo la quantità …e nemmeno la qualità!"

  1. Michele Ruggiano | 15 Febbraio 2020 at 9:28 | Rispondi

    Sono d’accordo. La scarsa qualità dei sacerdoti dipende dalla scarsa “quantità” della Fede. Dalla fede in Cristo, s’intende; e, quindi dalla crisi del Cristianesimo; una crisi che né il Concilio Vaticano II né i papi “progressivi” sono riusciti a fermare. Perché? Le risposte potrebbero essere tante. Mi piacerebbe ascoltare la vostra. Grazie
    per il vostro tenace ed illuminato impegno. Dio vi benedica!

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