BORRACCIA – 6 agosto

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Tra gli strumenti di un cammino vi è la borraccia con cui portarsi dietro dell’acqua per idratarsi. Fuor di metafora, ne Il Cammino dei Tre Sentieri la “Borraccia” è la meditazione. I vari punti sono i “sorsi” della meditazione.


L’ACQUA

Pietro, Giacomo e Giovanni entrarono nella nube per conoscere le cose nascoste e occulte, e udirono la voce di Dio che diceva: ‘Questi è il Figlio mio prediletto’

(Sant’Ambrogio vescovo – Sul Salmo 45)

I SORSI

1

Cari pellegrini, sarà capitato anche a voi ascoltare qualche conferenziere mentre si sforzava di “parlarsi addosso”, che in gergo vuol dire parlare dicendo cose di così scarsa chiarezza da non farsi capire da nessuno. Insomma, cose senza né capo né coda, slegate logicamente. Diciamocelo francamente, in queste situazioni -almeno tra voi e voi- avrete detto: …e sii un po’ più chiaro!

2

Nelle parole che fanno da acqua di questa borraccia, sant’Ambrogio (337-397) mette in evidenza una situazione riguardante l’episodio della Trasfigurazione sul Tabor.

3

Si tratta di una situazione che unisce due atti. Il primo è l’entrare nella “nube” per conoscere “cose nascoste ed occulte“; il secondo è il conoscere con chiarezza inequivocabile che Gesù è il Figlio di Dio.

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Insomma, due atti che manifestano da una parte il desiderio di sapere ciò che è nascosto, dall’altra la constatazione che ciò che si riteneva nascosto è pienamente ed universalmente rivelato.

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Una delle innumerevoli bellezze della Verità Cattolica sta proprio nel fatto che essa non è “esoterica”, cioè per pochi, che, soli, sarebbero capaci di comprenderla. No, si tratta piuttosto di una Verità a disposizione di tutti, cioè che si offre a tutti indipendentemente se si è colti o semplici.

6

Pietro, Giacomo e Giovanni, che ancora non avevano ben capito questa Verità, in quanto ancora non era avvenuta la Pentecoste, pensavano che il mistero di Cristo fosse qualcosa di “nascosto” e di “occulto”; ma poi si accorgono che così non è, perché Dio rivela con chiarezza, ad alta voce, che Gesù è il Figlio di Dio.

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Soffermiamoci sul concetto di “chiarezza”. La Verità Cattolica è chiara. In questo caso “chiara” vuol dire due cose.

8

La prima è ciò che abbiamo detto più su, ovvero che si tratta di una Verità che non è “nascosta”, ma che è a disposizione di tutti e tutti possono aderirvi, non solo con l’intelligenza, ma anche e soprattutto con l’adesione del cuore.

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La seconda è che questa Verità non è “occulta”, cioè non è inconoscibile. E’ sì “incomprensibile” nel senso letterale di “prendere dentro”; essa infatti non può essere totalmente compresa dall’intelligenza umana, perché tale intelligenza non può esaurirne il mistero, ma ciò non toglie che tale Verità non possa e non debba essere conosciuta, perché l’intelligenza deve sempre essere coinvolta nell’atto di fede, se non per dimostrare, almeno per capire se ciò che si deve credere sia credibile o meno.

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L’intelligenza, infatti, anche se non può esaurire il mistero, è chiamata comunque a valutare la credibilità del mistero stesso. Ciò perché il mistero può essere oltre la ragione, ma non contro di essa.

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Il filosofo tedesco Gotthold Ephraim Lessing (1729-1781) scrive: Per me la più grande bellezza sta sempre nella massima chiarezza.

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Ed è così. Bellezza è chiarezza infatti si accompagnano per esigenza di logica. Non c’è bellezza senza chiarezza e, in un certo qual modo, non c’è nemmeno chiarezza senza bellezza.

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La chiarezza è semplicità e la perfezione dell’essere si misura proprio con la sua semplicità. Un essere più è semplice e più è perfetto, tant’è che Dio , in quanto atto puro, è l’essere nella sua massima perfezione. Massimamente perfetto perché massimamente semplice.

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Blaise Pascal (1623-1662) dice: Gesù Cristo ha detto cose grandi in modo così semplice che sembra non le abbia pensate, ma in modo così preciso che è chiaro che le abbia pensate. Questa chiarezza e questa semplicità insieme sono ammirevoli.

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Pensare che Dio nella sua grandezza sia così semplice e chiaro, consola in maniera smisurata e abbatte qualsiasi impostura, qualsiasi menzogna, qualsiasi costruzione intellettuale che della follia del tradimento del Vero e dell’evidenza del reale fanno il proprio vessillo.

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A Dio, cari pellegrini, non potremo mai dire: Sii più chiaro! …come invece ci sentiremmo invece di dire all’oratore che “si parla addosso”; perché più chiaro di Dio non c’è nessuno e più chiaro della Verità Cattolica non c’è nulla.

Al Signore Gesù

Signore, tutto ciò che mi è necessario sapere, lo so.

Nessuna scusa mi sarebbe possibile se la bellezza della Tua Verità non la dovessi scegliere come bussola per la mia vita.

Che la chiarezza e semplicità della tua Verità, sia per me il mio tutto.

Preferisco non sapere nulla, piuttosto che non conoscere la Verità quale Tu sei.

Alla Regina dello Splendore

Madre, Tu non hai frequentato nessuna accademia, ma nessuna creatura nell’universo conosce meglio di Te la Verità.

Anzi, Tu la Verità incarnata l’hai generata, cullata e alimentata.

Da Te vengo per mettermi seriamente alla scuola della Verità del tuo Divin Figlio.

Madre, accompagnami nel cammino di questo giorno.


Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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