Putin ha chiuso il gas! E chi poteva immaginarlo…

di Diego Torre


Un autentica vergogna. Uno stupore incommensurabile. Un’ indignazione profonda. Una sorpresa veramente inaspettata. Che cosa? Che Putin chiuda il gas. Chi poteva prevedere un gesto così immorale? E quindi dai media, sulla bocca dei politici asserviti ad USA ed Unione Europea, si levano grida di sdegno contro una simile, inumana, mossa, che colpisce le nostre aziende e le nostre economie. E fioriscono parole odiose all’indirizzo di Mosca: ricatto, ritorsione, vendetta. Di cosa Putin può lamentarsi con noi europei? Di avere mandato armi agli ucraini? Di esserci schierati senza se e senza da me contro di lui? Di avere applicato sanzioni contro la Russia? E che male c’è? Non sono azioni ostili.

E’ una mossa cosi imprevedibile da lasciare di stucco il nostro governo (quello dei migliori), ancora alla ricerca di fonti energetiche alternative. Certo, potevano pensarci un po’ prima. Il prezzo del gas aumenta da quasi un anno e ben prima della guerra in Ucraina. La Russia aveva più volte fatto intendere che, prima o poi, avrebbe chiuso il rubinetto. Ma per fare contromosse sagge servono tempi di lunga valutazione e conseguente azione!

Certo, qualcosa il governo Draghi l’ha fatta. E’ stata infatti di molto aumentata la fornitura di gas proveniente dall’Algeria, storico alleato della Russia e primo acquirente in Africa dei suoi armamenti. E questo ben sapendo che la stretta cooperazione tra i due stati è aumentata dal 2006 con un memorandum d’intesa tra Gazprom e Sonatrach, le società russa e algerina che si occupano del gas. Avrà per l’Italia un maggior costo. Ma dal genio di Draghi e dei suoi ministri non ci si poteva aspettare di più.

Ma non per tutti va male. Norvegia, Olanda e Usa producono e vendono ai prezzi di Putin. Ed incassano. Ma non erano gli USA quelli che hanno trascinato l’Europa in questa guerra? Non sono loro ad avere suonato la carica, con forniture di armi e bordate di insulti, rendendo subito impossibile ogni trattativa di pace? Oltretutto il gas americano ci arriverà liquido imponendoci la costruzione di nuovi rigassificatori e ovviamente ci costerà di più.

Forse è a questa strana anomalia che si riferiva il presidente Mattarella il 3 settembre, ospite del Forum Ambrosetti a Cernobbio, dicendo: “Nel liberarsi dalla dipendenza russa per le fonti di energia, l’Europa è chiamata, ancora una volta, a compiere un salto in avanti in determinazione politica, integrazione, innovazione e l’Unione europea è il solo attore continentale che possa agire per calmierare i prezzi dell’energia, sostenendo le attività produttive, assicurando i servizi ai cittadini e, al tempo stesso, agendo sul terreno delle energie rinnovabili, confermando concreta solidarietà all’Ucraina”.

Si riferiva ad un Europa che non c’è. L’attuale è ben rappresentata dalla pallida e minuta Ursula von der Leyien; un’Unione in cui tutti parlano dei diritti LGBT, ma che evapora quando sono in gioco gli interessi nazionali dei singoli stati.

E gli americani? No, a quelli non si possono fare addebiti di alcun tipo! Siamo a loro debitori dall’averci liberato nel 1945. Un debito che non si estingue mai.


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