MESSA DEL GIORNO (con meditazione) – Terza Domenica di Avvento

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


Introito

(Filippesi 4,4-6)

Godete sempre nel Signore. ve lo ripeto: godete. La vostra modestia sia manifesta a tutti gli uomini: il Signore è vicino. Non siate ansiosi per alcuna cosa, ma in ogni circostanza fate conoscere a Dio i vostri bisogni.

(Salmo 84,2)

Hai benedetto, o Signore, la tua terra: hai liberato Giacobbe dalla schiavitù.


Epistola

(Filippesi 4,4-7)

Fratelli, state sempre allegri nel Signore, lo ripeto, state allegri. La vostra modestia sia nota a tutti gli uomini: il Signore è vicino. Non vi affannate per niente, ma in ogni cosa siano le vostre petizioni presentate a Dio con preghiere e suppliche unite a rendimento di grazie. E la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodisca i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù Signor nostro.


Graduale

(Salmo 79,2; 79,3; 79,2)

O Signore, Tu che hai per trono i Cherubini, suscita la tua potenza e vieni. Ascolta, Tu che reggi Israele: che guidi Giuseppe come un gregge.


Vangelo

(Giovanni 1,19-28)

In quel tempo, i Giudei di Gerusalemme mandarono a Giovanni dei sacerdoti e dei leviti per domandargli: Tu chi sei? Ed egli confessò e non negò; e confessò: Non sono io il Cristo. Ed essi gli domandarono: Chi sei dunque? Sei Elia? Ed egli: No. Sei tu il profeta? No, rispose. Allora gli dissero: E chi sei, affinché possiamo rendere conto a chi ci ha mandati: che dici mai di te stesso? Rispose: Io sono la voce di colui che grida nel deserto: Raddrizzate la via del Signore, come ha detto il profeta Isaia. Or quelli che erano stati inviati a lui erano dei Farisei; e l’interrogarono dicendo: Come dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta? Giovanni rispose loro: Io battezzo coll’acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete. Questi è colui che verrà dopo di me, ed a cui non son degno di sciogliere il legaccio dei calzari. Questo accadeva in Betania oltre il Giordano, dove Giovanni stava battezzando.


Meditazione

  1. L’apostolo Paolo ci dice nell’Epistola che dobbiamo sempre godere nel Signore.
  2. Soffermiamoci sull’avverbio “sempre” e chiediamoci: come è possibile poter sempre godere nella vita se questa è fatta prevalentemente di dolore, tribolazioni e prove?
  3. La risposta sta nel verbo godere il quale rimanda alla gioia. 
  4. A torto si crede che la gioia debba essere identificata con l’allegria e quindi con la spensieratezza. 
  5. Non è così. La gioia è la letizia del cuore. E’ rimanere sereni anche quando c’è la tempesta e si patisce la tempesta.
  6. Nel mare quando ci sono onde enormi, la superfice è in subbuglio, ma negli abissi rimane tutto calmo.
  7. La gioia cristiana non è alternativa alla sofferenza, la quale è ineliminabile, bensì alla disperazione, ovvero a quella terribile e fallimentare condizione di dover constatare che tutto non avrebbe significato: non avrebbe significato il vivere, e dunque non avrebbe significato nemmeno il soffrire. 
  8. La gioia cristiana è la Croce di Cristo che rende tutto sopportabile, tutto logico, tutto sensato.

Alla Regina dello Splendore

  1. Madre, Tu hai sofferto in maniera inaudita: non solo ai piedi della Croce, ma anche sapendo già da subito cosa sarebbe toccato al tuo Divin Figlio.
  2. Eppure mai hai perduto la pace. 
  3. Mai hai perduto la gioia. 
  4. Aiutami a vivere e a testimoniare la gioia che solo la Croce del tuo Divin Figlio può donare.
  5. Regina dello Splendore, guidami nel cammino della vita.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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