Meditiamo su san Giuseppe… nell’anno a Lui dedicato

Rubrica a cura di Pierfrancesco Nardini

La grazia speciale che noi dobbiamo sperare dall’intercessione di S. Giuseppe è quella di una buona morte, perché egli ebbe la sorte di morire tra le braccia di Gesù e di Maria

(n. 192 Catechismo maggiore di San Pio X)

Nella famosa preghiera “A te, o beato Giuseppe” si prega di poter “piamente morire” con il suo soccorso.

Questo lo si fa non solo come generica richiesta di aiuto, ma a ragion veduta: san Giuseppe è il santo che per eccellenza può assicurarcela.

San Giuseppe, secondo la Tradizione, morì serenamente tra le braccia di Gesù e Maria, ai quali aveva dedicato la sua vita e le sue forze, senza nulla chiedere in cambio che vederli sicuri e felici.

Ora, quale morte migliore si può avere, se non tra le braccia di Gesù e Maria? È l’eccellenza del “piamente morire”.

Dunque è più che logico che ci si rivolga a San Giuseppe per una “buona morte”: Egli ci accoglierà tra le sue braccia, facendoci stare con Gesù e Maria come è successo a lui.

E chi non vorrebbe terminare in questo modo il proprio pellegrinaggio terreno?

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