Natale 2022

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Testo

Una strofa del celebre canto Quanno nascette ninno di sant’Alfonso maria de’ Liguori recita così: “Correttero i Pasture a la Capanna; Là trovajeno Maria / Co Giuseppe e a Gioja mia; / E ‘n chillo Viso / Provajeno no muorzo e Paraviso.” Che tradotto dal significa: “Corsero i Pastori alla Capanna e là trovarono Maria con Giuseppe e la Gioia mia e in  quel viso provarono (cioè gustarono) un morso di Paradiso.”

Cari pellegrini, soffermiamoci sul termine “muorzo“, cioè “morso“.

“Morso” sta significare “boccone”, ovvero un qualcosa che si gusta come antipasto.

Ebbene, questa espressione alfonsiana ci presenta due importanti verità.

La prima verità è che scegliendo Cristo noi possiamo vivere un “morso”, cioè un “anticipo” di Paradiso già su questa terra.

In che senso? Cari pellegrini, ce lo siamo detti tante volte: non nel senso che la vita cristiana faccia sparire qualsiasi prova o sofferenza, tutt’altro, visto che il cristiano deve uniformarsi al Cristo crocifisso, bensì che la sofferenza che comunque ci tocca, con Cristo, acquista senso e diventa alternativa a qualsiasi disperazione, cioè a qualsiasi assenza di speranza.

Infatti, ciò che ci sembra negativo, alla luce di Dio, non è tale, anzi. Giovanni Pascoli (1855-1912) nel suo La mia sera scrive: “O stanco dolore, riposa! / La nube del giorno più nera / fu quella che vedo più rosa / nell’ultima sera.”

La seconda verità che ci fa capire l’espressione alfonsiana “…in quel viso provarono un morso di Paradiso” è che la vita cristiana è gusto ed è bellezza, infatti il morso richiama l’assaporamento.

La Verità cattolica -come noi amiamo dire- è Bellezza. Cristo va conosciuto, ma non per collocarlo all’interno di una serie di grandi maestri e pensatori; no! Cristo va conosciuto (e bisogna conoscerlo: guai a costruirsi un Cristo a proprio uso e consumo), ma per amarlo, cioè per gustarlo.

Con Lui, solo con Lui, la vita si illumina di splendore.

“Splendore”, un’altra parola a cui noi del C3S teniamo molto. Splende ciò che non ha in sé una luce propria, ma è capace di riflettere la luce che le viene donata.

Lo splendore rende bello tutto, perché è quel luccichio che definisce e fa risaltare tutto, anche i dettagli più nascosti.

Diceva santa Teresina che è bello pensare che anche un piccolo ed insignificante gesto come raccattare un ago da terra, se fatto per amore di Cristo, rimane scolpito nell’eternità nella serie dei gesti santi. E quindi quel piccolissimo gesto diverrà nell’eternità più importante di qualsiasi gesto che il mondo avrà potuto ritenere eroico ma fatto senza l’amore di Cristo.

Con Gesù la vita di ognuno di noi può splendere.

Dunque, ecco perché sant’Alfonso dice che quando i pastori andarono alla capanna scoprirono nel viso di quel Bambino “…nu muorzo e Paraviso”.

Cari Pellegrini, auguri a tutti voi di un Santo e quindi Splendente Natale.


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