1.Il matrimonio non è un punto di arrivo, bensì di partenza. Partenza, perché con esso inizia un itinerario in cui si succederanno innumerevoli difficoltà e dove emergeranno anche incompatibilità. Ma devono essere proprio queste difficoltà a far sì che l’unione si fortifichi e si cementi. Anche perché la cosiddetta compatibilità dei caratteri è qualcosa che non potrà mai esserci. In un certo senso, se ci fosse, sarebbe contro-natura. Scrive Chesterton: “Se gli Americani possono divorziare per incompatibilità di carattere mi chiedo come mai non abbiano tutti divorziato. Ho conosciuto molti matrimoni felici, ma mai nessuno ‘compatibile’. Tutto il senso del matrimonio sta nel lottare e nell’andare oltre l’istante in cui l’incompatibilità diventa evidente. Perché un uomo e una donna come tali sono incompatibili.”
2.Ovviamente la “soluzione” è mettere la Croce di Cristo al centro del matrimonio. La Croce come segno dell’accettazione serena di qualsiasi prova; e la Croce come fonte della grazia sacramentale del matrimonio a cui continuamente attingere. C’è un bel proverbio africano che dice: “La lingua e i denti a volte litigano con la bocca, ma ciò non impedisce che continuino a rimanere insieme.”
Dio è Verità, Bontà e Bellezza
Il Cammino dei Tre Sentieri
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