SOSTA – Trascorriamo il Sabato Santo con l’Immacolata

Rubrica a cura di Corrado Gnerre


da settimanaleppio.it 

«Beati coloro che piangono, perché essi saranno consolati» (Mt 5,4). Come mai il Sabato è stato dedicato in una maniera speciale a Maria? Certamente a motivo del rilievo eccezionale che ebbe l’opera sua e la sua persona in quel «Grande Sabato», in cui si mostrò la “Consolatrix afflictorum”. Maria, sebbene fosse la più afflitta, tuttavia fu Colei che pianse di meno; perché, con lo spirito, essa era con suo Figlio in Paradiso, e Lei sola aveva ferma fede che il terzo giorno, il Corpo di Gesù sarebbe risorto dalla tomba. Per mezzo della sua fede indefettibile, del suo coraggio e del suo amore, la Beatissima Madre poté confortare tutti quelli che ricorrevano a Lei. A chi si sarebbero essi rivolti per consolazione, se non alla Madre di Gesù?

Vi era Giovanni che bramava ardentemente di udire dalle sue labbra, che essa lo considerava realmente come figlio; Maddalena, il cui cuore spezzato per la perdita del Diletto, sentiva il bisogno di stringersi alla Madre che ne aveva condiviso ogni pensiero ed ogni sentimento; Pietro, che non trovava riposo fintantoché non avesse raccontato alla Madre tutte le particolarità della sua vile negazione; tutti gli altri, che desideravano di confessare a qualcuno la loro codardia; Giuseppe e Nicodemo, Longino, il Centurione, la Veronica, Simone, il Cireneo e molti altri, i quali, desiderosi di mettersi dalla parte del Crocifisso, prendevano la via più breve e più sicura recandosi da Maria.

E così essi vennero a liberarsi dal peso dei rimorsi, ad ottenere il suo perdono, a ricevere dalle sue stesse labbra l’assicurazione del perdono di suo Figlio; ad attingere forza e consolazione. Alla loro volta le narrarono molti particolari riguardanti i fatti, le parole e le sofferenze di Gesù, che forse Ella non sapeva ancora. Ma anche se li avesse saputi, non avrebbe interrotto il loro racconto, riuscendole di molto conforto il sentirli di nuovo. Le portarono pure dei tesori che sapevano starle a cuore: la veste inconsutile, il velo della Veronica, il pezzo di tela con cui furono velati gli occhi a Gesù, la canna che aveva tenuta in mano, forse qualche spina della Corona, ovvero qualche striscia dei flagelli, persino l’acqua che aveva lavate le Sue ferite. Ogni cosa era preziosa, ed ogni momento passato vicino a Lei, aumentava il loro amore per Gesù. Come avrebbe potuto essere altrimenti? «Ecco tua Madre!». Erano le Sue stesse labbra che avevano proferite queste parole.

O Maria, Madre dolcissima, mira quest’oggi tutti i tuoi figli – la grande famiglia per la quale il tuo Primogenito ha dato la vita. Intercedi in loro favore, in quest’ultimo giorno di Passione; riconduci all’ovile di Pietro coloro che vagano ancora lontano, così che anch’essi domani possano trovarsi con Gesù. Lascia, o mia buona Madre, che anch’io venga a passare con te quest’ultimo giorno. Sarà per me un sollievo l’esporti tutte le mie deficienze. Io non sono stato per Gesù tutto ciò che mi ero proposto di essere. E se anche non L’ho effettivamente rinnegato e tradito, devo nondimeno confessare di avere omesso tante cose che Gli avrebbero fatto piacere.

Madre, che cosa posso io portarti quest’oggi che ti ricordi il Figlio tuo? So quanto ti sia tornato gradito il velo della Veronica e quanto ti abbia commosso il trovarvi l’immagine del Santo Volto. Ebbene, quel po’ di somiglianza con Gesù che ti è dato di scorgere nell’anima mia, possa a sua volta commuovere il tuo Cuore di Madre!


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