SOSTA – Cosa occorre per essere davvero “semplici”?

La Verità Cattolica esige che noi siamo semplici. Certo non è facile, ma è un dovere tendere a questo. D’altronde è proprio nella semplicità che si arriva alla santità. Ma veniamo alla risposta a questa domanda.

Leggiamo da Il Settimanale di Padre Pio, n.254, anno 2023: La semplicità esclude per se stessa ogni doppiezza. Chi è semplice ha superato il dualismo e ha riconosciuto in sé l’unità, perché è coerente nel pensiero, nelle parole, nelle azioni. Getta uno sguardo limpido su tutte le cose, e tutto è puro e trasparente nel suo mondo interno ed esterno. Chi è semplice, dunque, ignora la posa e l’artificio, le intenzioni sottointese, il raggiro che offusca la sincerità. Il semplice non indaga sulle azioni o le intenzioni degli altri, non cerca di farsi valere, non calcola l’effetto di quanto fa o dice al fine di fare bella figura; non studia i suoi atteggiamenti esterni allo scopo di conquistare la stima altrui ma ha la cura di vigilare sulle sue intenzioni interne, perché siano rette e pure agli occhi di Dio. L’anima semplice è immediata e schietta: conserva il volto genuino e il suo cuore è sincero. Il suo sguardo è costantemente rivolto all’unico centro di tutte le sue azioni, al polo di ogni sua attrazione: Dio. (…). La grazia della semplicità, che orienta lo spirito a Dio e a Lui solamente, si tramuta in splendore di purezza. Il semplice non può dividere il suo cuore e perciò, se lo dona a Dio, lo dà tutto, interamente, con pienezza di dedizione. 

Insomma, al semplice non importa il molto o il poco che si è chiamati a fare. Non importa il successo dei propri sforzi. Importa solo dare a Dio tutto ciò che deve compiere.

Dio è Verità, Bontà e Bellezza

Il Cammino dei Tre Sentieri


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