SOSTA – Perché San Tommaso dice che, per conoscere come si conosce, bisogna conoscere?

Da Liberalismo e Cattolicesimo di Roberto Marchesini


L’ateismo è implicito nel razionalismo, perché se l’essere è interno al pensiero, Dio sarà sempre una produzione umana. Si tratta del cosiddetto -soprattutto da padre Fabro- “principio di immanenza”: Dio sarà sempre e comunque interno al mondo. (Pertanto) l’ateismo non può venire inteso come incidente di percorso o come una linea correggibile senza riprendere in mano il discorso fin dall’inizio. Qui si annodano tanti equivoci sia per la filosofia che per la teologia cattoliche. Anche l’ateismo è stato prima di tutto una scelta, anch’esso è quindi un dogma posto in partenza: la scelta per l’ateismo precede le presunte argomentazioni razionali a suo sostegno.

All’inizio ci sarebbe quindi la coscienza. San Tommaso aveva insegnato che per conoscere come si conosce bisogna conoscere: è conoscendo che si conosce come si conosce. Inoltre aveva insegnato che il nostro intelletto non conosce la propria essenza, ma si conosce conoscendo l’essere: è conoscendo l’essere che io mi conosco come una coscienza conoscente. Il razionalismo moderno inverte i termini e pone l’inizio della nella coscienza: da qui il soggettivismo -e anche uno smarrito solipsismo- del razionalismo. Se la coscienza è originaria e pura, essa è priva di contenuti e sarà il soggetto a riempirla di un mondo relativo. Il conflitto delle coscienza è inevitabile perché nessuno può uscire dalla propria coscienza. La verità ci fa liberi, ma se la verità coincide con l’opinione la libertà è impossibile.


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