SOSTA: Perché marito e moglie si completano? Perché hanno psicologie diverse

Da “Il matrimonio. Il libro della giovane dai 17 ai 20 anni” di Pierre Dufoyer, Milano 1953


La ricchezza del cuore femminile è sovrabbondante; ogni donna prova una soddisfazione profonda ed una gioia intensa a riversare il suo affetto e la sua dedizione su altri, anche gratuitamente. Un marito tutto per lei da accarezzare, dei figli per lei da amare teneramente, sono una festa per il suo cuore! Ora, precisamente, l’uomo è assai contento di vedersi circondato di cure e di delicatezza, apprezza una tenerezza fiduciosa ed abbandonata. Ancora una volta l’uomo e la donna potranno completarsi notevolmente. La sera, dopo giornate dedicate ad un’attività arida e fredda lontane dal focolare, ritornando dai suoi contatti professionali in un mondo di affari dal clima aspro ed austero, l’uomo sente il bisogno di ritrovare in casa pace e serenità, vi cerca calore per il cuore, distensione per lo spirito, fervore per l’anima sua. Niente di più dolce per il cuore dell’uomo che l’amabilità e la tenerezza, la fiducia e la grazia, il sorriso e il coraggio della sua compagna! Vicino a lei egli riprende forza e coraggio per attendere ai suoi duri impegni sociali. Diventare così l’anima, la luce, la giocondità, l’ispiratrice dell’energia e della costanza dell’uomo amato, ecco ciò a cui una sposa veramente delicata è decisamente chiamata. Anche qui l’uomo e la donna si trovano fatti l’uno per l’altra, per sostenersi e sorreggersi nei rispettivi compiti provvidenziali.

[…] Questo perfezionamento dei coniugi, l’uno mediante l’altro, che è uno dei fini provvidenziali del matrimonio, è dunque reso possibile dalla differenza della psicologia maschile e femminile. È tuttavia utile sottolineare che queste sono solo “possibilità”. Per tradurle in “realtà”, i due coniugi dovranno mettere molta intelligenza per comprendersi, arrendevolezza per adattarsi e umiltà per accettarsi. Nella misura in cui questa virtù mancheranno all’uno degli sposi, tali differenze psicologiche, atte a perfezionarli in modo così caratteristico, si trasformeranno in occasione di urti e di conflitti.

Nel suo modo di intendere il matrimonio, la giovane non si atterrà più alla concezione troppo semplicista e puramente sentimentale di dolcezza da gustare, ma ci vedrà un dovere di stato, una missione provvidenziale da accettare e da compiere. Bisogna che porti nel matrimonio molta virtù e ricchezza d’animo. Più essa ne possederà, maggiori saranno le sue possibilità di amarlo bene. Se, al contrario, ha lo spirito leggero, l’umore variabile e la condotta capricciosa, porrà ostacolo al perfezionamento del suo coniuge e metterà in pericolo l’armonia del focolare. Ci vuole una buona dose di virtù per sorridere a tutti i doveri coniugali e materni, qualunque essi siano, per accettarne volentieri l’asprezza, mantenendosi coraggiosa nella molteplicità dei doveri quotidiani, di umore sempre uguale, semplice e pulita, avvenente e comprensiva, tenera e devota, abile nel dotare il suo focolare di un clima di giocondità, di serenità e di gioia. Simili prospettive per l’avvenire sorridono alle giovani. Per tradurle in realtà, esse si sforzeranno di acquistare e di possedere queste molteplici virtù. La famiglia che fonderanno potrà allora attuare veramente il suo fine provvidenziale di perfezionamento reciproco degli sposi. [I fini del matrimonio sono, in ordine di valutazione, la procreazione e l’educazione della prole e il reciproco perfezionato degli sposi. L’A. insiste particolarmente su quest’ultimo, che pur essendo secondario rispetto al primo, solitamente lo precede nella realizzazione pratica e ne crea sul piano psicologico le condizioni indispensabili. (…)].


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